Qualità della formazione, Meritocrazia Italia: si ponga finalmente rimedio alle “classi pollaio”

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Classi pollaio
Classi pollaio

Ancora troppo poca attenzione è dedicata alla Scuola, che vive un fortissimo disagio sotto
Quello delle ‘classi pollaio’, tra gli altri, è uno dei problemi più diffusamente denunciati eppure mai risolti. Non è servita neppure l’emergenza sanitaria, con le necessità di carattere igienico portate, a stimolare seri interventi contro il sovraffollamento delle aule.

Secondo il d.P.R. n. 81 del 2009, è sovraffollata la classe che ecceda il limite massimo di 26 alunni nelle scuole dell’infanzia e nelle primarie (elevabile a 27 se risultano resti nella distribuzione degli studenti per classe), 27 nelle secondarie di primo grado (elevabile a 28) e 30 nelle secondarie di secondo grado. Tali limiti sono rivisti in diminuzione quando la classe accoglie alunni diversamente abili; in questo caso il tetto massimo di alunni per classe è fissato a 20.

Allarma il fatto che, solo a voler considerare gli istituti superiori, a oggi sono 9.974 le classi sovraffollate o classi pollaio. La maglia nera spetta statisticamente ai licei scientifici, i quali hanno il maggior numero di classi con non meno di 27 studenti (il 13%) e alcuni istituti tecnici e professionali.

Il sovraffollamento rende difficile applicare metodi educativi efficaci e impossibile definire percorsi di apprendimento personalizzati. Si assiste al paradosso di una politica che promuove l’attuazione della ‘didattica personalizzata’ ma non si attiva per creare le condizioni per realizzare in concreto gli obiettivi imposti.
Il soprannumero delle classi pollaio genera inoltre non banali problemi igienico-sanitari, aumentando il rischio di contagio di malattie respiratorie e di sicurezza (basti pensare alle norme di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica che, per agevolare l’evacuazione, individuano un numero massimo di 25 alunni per classe più un docente e 24 alunni più due docenti se in classe è presente anche quello di sostegno). Riduce la qualità della didattica e dell’apprendimento ed aumenta il livello di stress di insegnanti e studenti.
Come sempre, a patire le conseguenze peggiori sono i soggetti già in condizione di fragilità, che, più degli altri soffrono la mancanza di una sana relazione docente/discente, alimentando il fenomeno della dispersione scolastica.

Da sempre Meritocrazia Italia insiste sulla necessità di interventi di recupero infrastrutturale, con riadeguamento di strutture esistenti e recupero immobili dismessi, valorizzazione di aree all’aperto e creazione di spazi da destinare a biblioteche, sale studio, laboratori, centri sportivi e informatici, fruibili anche in orario non curricolare e utile punto di riferimento non solo culturale ma anche sociale.

È indispensabile programmare, anche cogliendo l’occasione offerta dai fondi europei, la costruzione di nuove scuole totalmente inclusive, secondo il modello campus, ma senza abbandonare i centri cittadini. Servono scuole che consentano di applicare metodologie didattiche innovative e che al contempo siano capaci di garantire massimi livelli di sicurezza e l’uso di tecnologie avanzate, nonché di dare agli alunni la possibilità di fruire di strutture ricreative e sportive, ambienti aperti per l’apprendimento ed aule spaziose.
Utile sarebbe la collaborazione degli enti locali, per la condivisione di spazi almeno con le scuole a maggiore tasso di iscrizione.
Meritocrazia chiede che ci si attivi per la creazione di una scuola nuova in cui, fissato un numero massimo di alunni per classe, tutta la didattica venga ripensata nell’ottica di un apprendimento incentrato sullo studente e sui suoi peculiari bisogni, attraverso la didattica trasmissiva (classica lezione frontale) e l’utilizzo di tecnologie, che possano garantire maggiore inclusività ed efficacia dell’insegnamento.

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Fonte: Per la qualità della formazione, si ponga finalmente rimedio alle ‘classi pollaio’

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