Scuolabus, trasporto persone e bus turistici: gasolio +60% in 12 mesi. Rigato (Bus Operator): interventi o chiudiamo

Rigato (Bus Operator): “serve clausola revisione prezzi, la compensazione negli appalti pubblici come avvenuto per l’edilizia, un intervento temporaneo sull’Iva, una defiscalizzazione. E poi un taglio alle accise per sterilizzare il caro gasolio”

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In Veneto attive a fine anno 837 imprese artigiane del settore con 1.610 addetti che lamentano il caro gasolio, con la guerra in Ucraina e le tensioni internazionali, aumenti insostenibili (in una settimana l’aumento è stato del 20%) per la categoria degli autobus operator ridotta allo stremo.

Servono rimedi urgenti come un intervento temporaneo sull’Iva, una defiscalizzazione e poi un taglio alle accise. E, per chi lavora con il pubblico, clausole di revisione prezzi e la compensazione negli appalti pubblici come avvenuto per l’edilizia. Li chiede Daniele Rigato Presidente di Confartigianato Bus Operator di Confartigianato Imprese Veneto. “È un ciclone – afferma – quello che sta investendo il nostro servizio di trasporto che conta al 31/12/21 ben 837 che occupano 1.610 addetti. Gli aumenti vertiginosi di questi ultimi mesi delle materie prime, di luce e gas, riguardano anche il gasolio per autotrazione, che è ancora largamente il carburante più diffuso che fa muovere i nostri mezzi. L’aumento del prezzo del diesel alla pompa era un anno fa di 1,35 al litro è arrivato in queste ore ad una media di 2,156 euro (+ 59,9 per cento)”.

“In particolare il nostro settore fatto di bus turistici, servizi aggiuntivi di trasporto pubblico e mobilità scolastica –sottolinea Rigato– ci pone tra il “martello” dei caro gasolio e l’”incudine” dei contratti fissi siglati. Il costo del pieno ad esempio per uno scuolabus, è passato da 270 euro 432 (162 euro in più) che non possiamo in alcun modo scaricare sui Comuni. Avevamo avvertito per tempo dei rischi che si sarebbero abbattuti sul mondo del trasporto persone con il rincaro dei carburanti, proponendo alcune misure emergenziali. Purtroppo i nostri emendamenti non sono stati recepiti dal Governo in Legge di Bilancio e le nostre proposte sono cadute nel vuoto, con tutti gli effetti catastrofici che adesso vivono le nostre imprese per le quali la voce carburante grava per il 30 per cento dei costi aziendali”.

“Oggi è ancora più urgente porre subito rimedio alla drammatica situazione che potrebbe far diventare conveniente per le imprese spegnere i motori anziché continuare a viaggiare in perdita – afferma il presidente – con conseguenze devastanti per la ripresa economica in atto. Il Governo deve mettere in campo provvedimenti immediati per alleggerire la pressione sulle imprese, restituendo parte di quel tesoretto, quantificato in un miliardo di euro, incassato dal Fisco a titolo di extragettito derivante dalle accise sul prezzo alla pompa dei carburanti”.

“Ci appelliamo infine alle amministrazioni – conclude – chiedendo di inserire nei contratti la clausola revisione prezzi e la compensazione negli appalti pubblici come avvenuto per l’edilizia per sterilizzare il caro gasolio”.