Inaugurato il Teatro Civico di Schio. Il presidente Nardin: “Racconta la storia di una comunità”

666
teatro civico di schio unaugurazione

È stato inaugurato il Teatro civico di Schio a conclusione del terzo lotto di lavori, che ha ampliato la capacità da 338 agli attuali 498 posti.

L’occasione ha fornito l’opportunità ad Andrea Nardin di effettuare la sua prima uscita ufficiale nelle vesti di nuovo Presidente della Provincia (leggi qui).

Il Teatro Civico di Schio è un’opera dei primi del Novecento, voluto dagli imprenditori locali nella consapevolezza che la cultura rappresenti un bene primario dell’uomo.

Nel 2003, dopo decenni di chiusura, è iniziato un percorso che ha portato al recupero della struttura e alla sua riapertura nel 2014.

Gli ultimi lavori, inaugurati oggi, hanno interessato il loggione e i palchetti, per un importo di 1 milione e 150 mila euro sostenuto per la maggior parte dall’Amministrazione Comunale, al quale si è affiancato un intervento Art Bonus.

Un percorso di recupero di cui cittadini e imprenditori locali sono stati protagonisti, come ha dimostrato il gran numero di persone presenti stamattina con il sindaco di Schio Valter Orsi, l’assessore alla cultura Barbara Corzato, il Presidente della Fondazione Teatro Civico Silvio Genito e il presidente della Provincia Andrea Nardin.

“La storia del Teatro Civico di Schio è la storia di una comunità – ha affermato il presidente Nardin – e bene ha fatto il Comune di Schio a volerne preservare i segni del tempo che è passato, le ferite, le rughe che, come per le persone, raccontano la vita. Non è un caso, poi, che un simbolo della cultura del primo Novecento sia stato costruito a Schio, città che aveva rapporti commerciali con il mondo e che ne coglieva stimoli culturali e artistici. Stimoli che la comunità ha saputo coltivare, tanto da essere oggi protagonista del suo recupero, sia con le idee che in maniera concreta con l’iniziativa Art Bonus. Oggi il Teatro Civico di Schio è simbolo non solo di cultura, ma anche di modernità, di partecipazione, di inclusione, e questo lo rende un punto di riferimento per la comunità scledense e per l’intera provincia”.