La tragedia del breganzese Guido Cristofori: mancata assistenza ospedale di Santorso? Interrogativi su Sistema sanitario e tecnologia salvavita

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Guido Cristofori
Guido Cristofori

Il caso di Guido Cristofori, il 74enne di Breganze trovato senza vita in casa dal figlio Marco, solleva interrogativi inquietanti sulla responsabilità delle strutture sanitarie e sulla tecnologia destinata a salvare vite. Cristofori, già vulnerabile a causa di problemi cardiaci e dotato di un pacemaker che segnalava il suo stato di salute direttamente all’ospedale di Santorso, pare sia stato vittima di una serie di negligenze fatali.

Nonostante il pacemaker avesse inviato segnali di malore già diverse ore prima della scoperta del corpo, nessuna azione immediata è stata intrapresa dall’ospedale per verificare la condizione del paziente o inviare soccorsi. Questa mancata risposta potrebbe aver costato a Cristofori la vita, un fatto che ora si trova al centro di un’indagine penale per omicidio colposo, attualmente diretta contro ignoti.

L’autopsia, prevista per martedì 23 aprile 2024, presso l’ospedale di Santorso, sarà cruciale per determinare le esatte circostanze del decesso. Il procedimento penale, aperto dal Pubblico Ministero della Procura di Vicenza, dott. Paolo Fietta, e la successiva indagine autoptica guidata dal medico legale dott. Vito Cirielli e dal cardiologo dott. Maurizio Anselmi, mirano a chiarire non solo le cause immediate della morte ma anche le eventuali responsabilità del personale ospedaliero.

Il figlio della vittima, assieme a Studio3A-Valore S.p.A., ha incaricato il medico legale dott. Claudio Rigo di assistere nelle indagini peritali, segnalando un chiaro intento di fare piena luce sugli eventi e sulle responsabilità legate al mancato soccorso tempestivo. Gli esiti dell’autopsia e della perizia saranno decisivi per rispondere alle pressanti domande sulla morte di Cristofori e sulle eventuali defaillance nel sistema di monitoraggio e risposta dell’ospedale di Santorso.

In un’epoca in cui la tecnologia medica promette maggiore sicurezza e tempestività nelle emergenze, il caso di Guido Cristofori rappresenta un doloroso promemoria dei limiti umani e organizzativi che ancora persistono. Sarà essenziale non solo per la famiglia di Cristofori, ma per l’intera comunità, comprendere come tali errori possano essere prevenuti in futuro per garantire che la tecnologia al servizio della vita umana sia efficace come promesso.