Tredicenne violentata dal branco. Donna chiama Donna: “L’indignazione non basta, bisogna educare i giovani”

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Violenza sulle donne (foto d'archivio)
Tredicenne violentata dal branco. Donna chiama Donna: L'indignazione non basta (foto d'archivio)

“Quando una ragazzina viene fatta oggetto di violenza di gruppo, da 7 ragazzi tra i 15 e i 19 anni, la nostra mente si squarcia e vacilla”. È questo il commento dell’associazione vicentina “Donna chiama Donna“, centro di ascolto e di orientamento per donne in difficoltà, sull’odioso e drammatico episodio della tredicenne violentata avvenuto a Catania, che ha scosso l’opinione pubblica italiana.

L’associazione vicentina ha condiviso un comunicato in cui esprime lo sgomento, oltre all’indignazione, per quanto avvenuto. Già la cronaca ci riporta numeri che raccontano che quasi ogni giorno una donna muore o subisce violenza per mano del marito o del compagno. Ma la violenza di Catania sconcerta non solo per la giovane età della vittima e dei carnefici, ma anche perché è avvenuta il 31 gennaio, a metà settimana, alle 19.30 di sera, in un parco popolato da famiglie, al centro della città, dove la ragazzina stava passeggiando con il fidanzato di 17 anni che è stato immobilizzato da una parte del gruppo mentre altri ragazzi, nel bagno del parco l’hanno violentata.

Al di là delle indagini in corso e delle responsabilità dirette, nel comunicato dell’associazione Donna chiama Donna si legge che” la base di tutte le violenze sessuali è sempre lo scatenarsi di un comportamento primitivo di dominio e predazione del maschio sulla femmina che diventa un oggetto”. Nella violenza di gruppo entrano in gioco l’emulazione, la competitività, si agisce senza provare nessuna emozione né sentimento, non esistono compassione, vergogna, disgusto. “A questi ragazzi – sottolinea il comunicato – manca il senso di responsabilità e c’è un forte senso di onnipotenza sostenuto dal gruppo”.

Purtroppo i dati sulle violenze sessuali, indicati nel report elaborato dal “Servizio Analisi”” nell’ambito della Direzione Centrale della Polizia Criminale, riportano un aumento del 40% (con 6.291 eventi nel 2022 a fronte dei 4.488 del 2013) delle violenze sessuali in tutte le forme con un focus sulle violenze di gruppo. L’incremento dei dati – almeno questa è l’ipotesi più ottimistica – potrebbe essere interpretato anche come un incremento del coraggio di denunciare, grazie anche alla maggiore sensibilizzazione in questo ambito.

Purtroppo nel caso delle violenze sessuali, comprese quelle di gruppo. non c’è un identikit specifico di chi commette il resto, possono essere italiani, stranieri, ragazzi che vivono ai margini della società ma anche figli di famiglie agiate.

L’indignazione e la rabbia da sole però non risolvono il drammatico fenomeno. Conclude Donna chiama Donna: “Bisogna agire con azioni concrete, con un lavoro costante sull’educazione dei giovani, sulla vera integrazione, per non lasciare i ragazzi nella loro solitudine, e soprattutto servono adulti responsabili, educatori formati e una società rivolta al cambiamento”.