Tra la Valle d’Itria e le Grotte di Castellana. “Wine Specialists Journal”: la Puglia da bere e da mangiare, enotour @ Terrecarsiche1939

711
Terrecarsiche1939, Photo by Mara Servillo
Terrecarsiche1939, Photo by Mara Servillo

C’è una peculiarità che accomuna diverse regioni d’Italia, tra cui in maniera massiccia soprattutto il Friuli Venezia-Giulia, da cui deriva il nome, ed è il fenomeno del carsismo. Si tratta di una particolarità del territorio calcareo che, in seguito alle precipitazioni atmosferiche, viene eroso, spesso sprofonda, generando doline, puli, pulicchi, gole e gravine, oppure viene attraversato lentamente dall’acqua fino a formare fiumi sotterranei o stillicidi di goccioline che generano delle meravigliose sculture, quelle concrezioni che sono le stalattiti e le stalagmiti, come si possono ammirare all’interno delle Grotte di Castellana in Puglia, nella città metropolitana di Bari.

Grotte di Castellana
Grotte di Castellana

Per di più, il paese di Castellana Grotte si trova a ridosso di una enorme depressione carsica che individua quella che viene denominata la Valle d’Itria e si snoda tra i comuni di Locorotondo, Cisternino, Martina Franca, ma anche Alberobello, già Patrimonio mondiale dell’umanità dell’UNESCO per i suoi Trulli e Fasano. Si tratta di una porzione di territorio pugliese molto ventilata con sbocco sul mar Ionio, in parte collinare, con una buona esposizione solare, all’incrocio tra le province di Brindisi, Taranto e la stessa città metropolitana di Bari, le cui caratteristiche pedologiche e ambientali concorrono, insieme al tipico fenomeno carsico, a farne una zona particolarmente votata alla viticoltura.

È in questo Terroir, tra la Valle d’Itria e le Grotte di Castellana che, in qualità di viaggiatori ed enonauti, non solo virtuali, siamo venuti a visitare la pluripremiata cantina Terrecarsiche1939 e di cui vogliamo raccontare al Wine Specialists Journal la nostra esperienza assolutamente entusiasmante. Ciò che ci ha particolarmente colpito della visita a Terrecarsiche non è solo la ricca degustazione, ma anche la memorabile congiuntura di combinazioni (disponibilità di guida speleologica, condizioni atmosferiche, ecc.) che ci ha portati proprio all’interno del sottosuolo carsico pugliese per prendere visione di un esperimento che gli enologi della cantina, Tommaso Pinto e Leonardo Palumbo, hanno intrapreso da qualche anno. Si tratta del particolare affinamento in grotta per circa sei mesi, dopo essere stato in barrique per otto mesi, del Cava Bianca IGT da 13,5% vol., un blend dalla fortissima mineralità, ma al tempo stesso finemente fruttato e speziato, di Bianco d’Alessano, Chardonnay e Fiano, vitigni che donano al vino un colore abbastanza carico e un sapore corposo, una sensazione di calore e di rotondità per una lunga persistenza.

Cava Bianca
Cava Bianca

La cantina di Terrecarsiche, con annessa barricaia, sala di degustazione e stabilimento per l’imbottigliamento, si trova nella periferia di Castellana Grotte. Ormai Terrecarsiche è alla terza generazione di proprietari e produce vini di qualità esclusivamente da terreni di proprietà, situati nel territorio che abbiamo appena descritto da vitigni autoctoni insieme allo chardonnay, oltre ad alcuni terreni in affitto situati nelle zone salentine, più a sud, e nord baresi, nell’Alta Murgia, soprattutto per il Nero di Troia, da cui ricavano un cru interessante, il Telamone IGT da 14% vol., che si fa 12 mesi in acciaio, 24 mesi in barrique di secondo passaggio e altri 12 mesi in bottiglia.

La visita in cantina, a dire il vero, pecca solo per il fatto di non potersi sporcare i piedi di terra per ammirare i paesaggi collinari delle vigne di proprietà, ma tale mancanza è assolutamente compensata dalla cordialità, disponibilità e competenza poliglotta della responsabile del servizio di degustazione, Anna Cervellera, la quale conduce i visitatori persino tra i meccanismi di imbottigliamento in lavorazione per finire poi nella spettacolare sala di degustazione con vetrata sulla barricaia.

Al di là del companatico tipicamente autoctono a base di taralli, focacce, formaggi, capocollo di Martina Franca, polpette, involtini di carne e tanto altro, la nota assolutamente positiva è nella batteria di degustazione, che si estende su quasi tutta la gamma dei cru e dei prodotti migliori dell’azienda, infatti dopo il Gioia Rosa, rosato di Primitivo e Aleatico, oro nel 2017 a Le Mondial du rose, il Padre Abate, Locorotondo DOC Superiore, e il già menzionato Cava Bianca, si passa ad una progressione alcolica, ma anche e soprattutto di qualità, nell’ambito dei rossi che lasciano davvero stupefatti. Dopo il Telamone, si passa alle note peculiari del Fanova, la cui etichetta merita un particolare apprezzamento estetico e un supplemento di immaginazione, dal momento che c’è chi continua a vederci un bellissimo abito da dama settecentesca anziché un falò. Il Fanova è un  primitivo DOC di 14,5 % vol. dal profumo intenso di frutti rossi, assolutamente armonico e corposo, che viene poi superato dal Fanova Riserva 16% vol., il quale affina 6 mesi in botte di rovere francese e poi altri 12 in bottiglia e sembra portare all’esplosione gustativa tutte le caratteristiche del precedente, risultato terzo miglior vino rosso d’Italia nell’annuario 2022 di Luca Maroni.

Bianchi e rosati Terrecarsiche
Bianchi e rosati Terrecarsiche

Tuttavia, l’apice della degustazione si tocca con il top di gamma della cantina Terrecarsiche, cioè con il Regvla Magistri MMXIV, un primitivo da 17% vol. che fa 12 mesi di affinamento in botte grande di rovere francese e 24 mesi in bottiglia, in modo da conferire al vino un colore rosso rubino intenso con riflessi granati. All’olfatto esplode l’amarena, la confettura di frutti rossi dolci, ma anche liquirizia, cannella, vaniglia, tostature del cacao, ma poi è all’assaggio, quasi irresistibile, che arriva una sensazione di calore, di rotondità, tipica di vini strutturati, morbidi e rotondi, anche grazie alla delicatezza di quei tannini, appena percettibili. Insomma, un vino da meditazione, come imporrebbe anche la Regvla Magistri del V-VI secolo attribuita al poeta Cassiodoro, il quale avrebbe fondato a Squillace il monastero del Vivarium; la Regvla Magistri è un vino che andrebbe bevuto anche senza accompagnamento gastronomico, ma di sicuro con un buon accompagnamento conviviale, così come imponevano le tante regole monastiche cenobitiche.

Rossi Terrecarsiche
Rossi Terrecarsiche

La professione e la pratica di giornalisti ci impone, tuttavia, l’obbligo morale di descrivere tutto quello che abbiamo visto e, avendo Terrecarsiche aperto le porte ad occhi indiscreti e molto interessati come i nostri, noi non possiamo esimerci dal raccontare che le abbiamo viste, cioè noi abbiamo potuto constatare che nei meandri della cantina esistono diverse bottiglie poste in orizzontale con tappi a corona e questo vuol dire solo una cosa: presto potremo ritornare per degustare un interessante metodo classico di Terrecarsiche a base di Verdeca…noi non aspettiamo altro!!!

Bottaia Terrecarsiche
Bottaia Terrecarsiche
Sala degustazione Terrecarsiche
Sala degustazione Terrecarsiche