Violenza donne: Veneto modifica legge di contrasto. Lanzarin: interventi educativi nelle scuole e lavoro di rete

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“Il Veneto ora potrà disporre di una legge più completa ed efficace per prevenire e contrastare il fenomeno della violenza contro donne e minori”. Così l’assessore regionale al sociale Manuela Lanzarin manifesta soddisfazione per il voto unanime con cui la quinta commissione “Sanità e sociale” del Consiglio regionale del Veneto ha approvato le modifiche proposte dalla Giunta alla legge 5/2013 “Interventi regionali per prevenire e contrastare la violenza contro le donne”.

Il testo, che ora attende l’ok definitivo dell’aula consiliare, punta a potenziare gli interventi di informazione e di sensibilizzazione nelle scuole, in modo di creare una cultura del rispetto di genere sin dagli anni della pubertà; semplifica la tipologia delle strutture di accoglienza (centri antiviolenza e case rifugio) in modo di facilitarne l’accesso ai fondi nazionali e di renderne più agile l’erogazione, bypassando il passaggio intermedio attraverso Comuni e Ulss; e rafforza la sinergia tra istituzioni pubbliche, associazioni e privato non profit al fine di creare, attorno alle strutture di sostegno e accoglienza, una rete coordinata e integrata che aiuti le donne a recuperare condizioni normali di vita, anche con l’inserimento lavorativo e con percorsi di accompagnamento sociale.

“Abbiamo voluto considerare, inoltre, tra le iniziative di prevenzione, anche esperienze e programmi rivolti ai cosiddetti ?soggetti maltrattanti’ – sottolinea l’assessore – perché la prevenzione delle violenze domestiche e dei femminicidi, passa anche attraverso l’offerta di percorsi educativi e di cura nei confronti di quanti utilizzano la violenza come codice di relazione interpersonale”.

“Con queste integrazioni, che rafforzano gli strumenti di intervento e valorizzano le tante iniziative messe in campo dal mondo dell’associazionismo – conclude l’assessore – il Veneto potrà disporre di una legge all’avanguardia, che ha già consentito di attivare ben 43 strutture nel territorio, tra centri antiviolenza e case rifugio, offrendo ogni anno ascolto, tutela e aiuto a migliaia di donne nel loro difficile percorso di rafforzamento personale e uscita dalla violenza”.