Zero voti, ma un mese di aspettativa pagato per il candidato sindaco

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Un sindaco che prende zero-voti-virgola-zero, a queste latitudini, non si era mai visto. E accaduto ad Angelo Campanile in quel di San Mauro di Saline, piccolo Comune di 582 anime della Lessinia, Verona. «Un disastro – ammette lui – non ci aspettavamo di vincere ma qualche voto si». Anche perché l’affluenza è stata altissima, attorno all’8o%. «Ha pesato la diffamazione nei nostri confronti, sulla nostra lista sono state dette tante cattiverie… ». 

Quali? Una su tutte. Che lui e gli altri componenti della lista «Alba Chiara», presentata con gran sorpresa all’ultimo minuto senza che vi fosse bisogno di raccogliere le firme (le norme lo permettono nei Comuni sotto i mille abitanti), tutti agenti di polizia penitenziaria del carcere di Monlorïo, quasi tutti eccetto uno originari di Campania, Sicilia e Puglia, nessuno di loro residente a San Mauro in Saline, abbiano orchestrato tutto solo per godere dell’aspettativa retribuita di un mese prevista dalla legge per gli agenti candidati. «Non è vero, abbiamo anche fatto campagna elettorale, avevamo un bel programma. La nostra è autentica passione politica» assicura Campanile. Condivisa con altri trenta colleghi di Montorîo (su trecento), tutti candidati con proprie liste in piccoli Comuni sparsi qua e là. Tre di loro, qualche tempo fa, ce l’hanno pure fatta a San Giovanni Lipioni, in Abruzzo. Ma la passione nel frattempo doveva essere un pochino scemata, visto che il sindaco Catherine Rossi dice di non averli visti una sola volta in municipio. Tant’è, non è questa l’unica curiosità di questa domenica elettorale. A Porto Tolle Roberto Pizzoli ha battuto Claudio Bellan per r> voti, 2.652 a 2.647. A Moriago e Cencenighe gli unici due candidati, Mauro Soppelsa e Giuseppe Tonello, sono riusciti a sconfiggere il quorum. A Casalserugo l’ex sindaco Elisa Venturini, amatissima (l’ultima volta fu rieletta con l’85% dei voti) torna in consiglio comunale con 1.394 preferenze dopo aver fatto arrestare uno stalker che la perseguitava da tre anni. E a proposito di sindaci amati dai loro concittadini: a Lazise Luca Sebastiano si prepara ad affrontare il suo quarto mandato mentre a Vedelago Cristina Andretta è riuscita nell’impresa di farsi rieleggere sostenuta dal centrodestra, dopo che nel primo mandato aveva vinto col centrosinistra. Alla Lega trionfante ovunque è andata male a Bussolengo, dove è finita sorprendentemente fuori dal ballottaggio, ed ha patito un brutto colpo pure a Piove di Sacco, dove lo storico braccio destro di Massimo Bitonci, Andrea Recaldin, è stato sconfitto dal sindaco uscente Davide Gianella al primo turno (il dem lo sconfisse anche 5 anni fa ma al ballottaggio). A Marostica l’ex segretario della Cisl e senatore dem Giorgio Santini è stato battuto da Matteo Mozzo della Lega, 28 anni; a Solesino il candidato di Fratelli d’Italia, Elvy Bentani, ha sconfitto la Lega e Forza Italia. Ad Adria vanno al ballottaggio due candidati di centrosinistra, Ornar Barbierato e Lamberto Cavallari, un caso unico in Veneto. Infine, i big: bene il presidente del consiglio regionale Roberto Ciambetti a Vicenza (257 voti, primo della Lega) male l’eurodeputata Elisabetta Gardini e il senatore Andrea Causin di Forza Italia a San Donà (rispettivamente n e 5 preferenze). A Treviso il consigliere regionale Riccardo Barbisan vince il derby leghista con l’assessore regionale Federico Caner, 416 a 289.

di Ma. Bo. dal Corriere del Veneto