Addio TIM, Annapaola Laldi (consulente Aduc): …e con tanta soddisfazione!

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Tim addio
Tim addio

Dopo 30 anni e 11 mesi ho detto addio a Tim. Ed era l’ora! Addio a Tim e alla sua sciagurata, stupida politica che premia i transfughi che tornano all’ovile, facendo loro sconti mirabolanti, e penalizza gli utenti fedeli aumentando in continuazione il canone – si legge nel comunicato che pubblichiamo a firma di Annapaola Laldi, curatrice della rubrica “La Pulce nell’Orecchio”, consulente dell’Aduc (qui altre note Associazione per i diritti degli utenti e consumatori su ViPiu.it, ndr) –.

E, se sono riuscita qualche volta a spuntare delle condizioni migliori, mi sono trovata vincolata per 4 anni, e sottoposta al medesimo stillicidio di aumenti – anche se un poco inferiori a quelli normali – ma che, comunque, dopo i fatidici quattro anni mi hanno riportato a pagare un prezzo esoso.
L’ultimo “trattamento di favore”, con sconto di 5 euro al mese per la mia fedeltà (leggi: dabbenaggine) è durato dall’ottobre 2016 al dicembre 2020, quando si è concluso brutalmente, senza alcun avviso e/o proposta di un altro trattamento che premiasse la mia sopraddetta fedeltà.
Così, da gennaio 2021 mi sono trovata a pagare euro 51,41 al mese (dai 46,50), e, come se non bastasse, dalla metà di quest’anno mi hanno chiesto euro 53,41.

Già in primavera mi ero messa alla ricerca di un’alternativa, trovando un gestore che ha un negozio a Firenze, nel quale ebbi una serie di informazioni che mi sembrarono interessanti e soprattutto serie. Poi, per motivi personali, mi fermai lì, per riprendere i contatti e decidere, il 27 novembre scorso, di abbandonare quelle sanguisughe di TIM.
Le cose sono andate veloci, e il 14 dicembre si è attivata la nuova gestione. Mantengo il mio numero di telefono fisso, ho il collegamento con Fibra (io continuo a chiamarlo ADSL) e, in effetti, quando guardo su Raiplay qualche film, la visione non si interrompe come accadeva prima.
La spesa, per il primo anno, sarà della metà di quella sostenuta finora con TIM, e vi è compresa anche la lettura del numero del chiamante, cosa molto importante perché mi permette di non rispondere alle miriadi di telefonate acchiappa-citrulli, che imperversano specialmente di questi tempi (TIM pretendeva ultimamente 5 euro).
Dal secondo anno il  canone di questo nuovo gestore dovrebbe aumentare di tre euro, restando, però, poi, così per sempre. L’unico limite è che adesso il telefono non è più indipendente dall’energia elettrica, quindi, se manca la corrente, il fisso non funziona. Ma diversi amici che hanno la fibra (con Tim o con altri gestori) mi hanno confermato che le cose stanno così e bisogna farci l’abitudine. Questa è la tendenza. Tanto c’è il cellulare!
Ora, conoscendo i miei polli di nome TIM, il punto è convincerla  a chiudere davvero il rapporto con me e a non chiedermi mai più altri soldi. Ragion per cui, penso di rivolgermi ad ADUC per avere un aiuto a scrivere la messa in mora per quanto riguarda richieste di ulteriori pagamenti rispetto alla somma di euro 53,41 che mi hanno chiesto oggi per il mese di dicembre (scadenza il 10 gennaio 2022).
Infatti, sulla fattura di dicembre (che in realtà dovrei pagare per metà, visto che dal 14 dicembre non sono più utente TIM) non c’è alcuna menzione della fine del nostro rapporto, ma solo un richiamo sibillino che recita “Verifica se i tuoi dati anagrafici sono corretti e segnala eventuali rettifiche al Servizio Clienti Linea Fissa 187”.
Così sono andata a compiere una esplorazione su Mytim e ho appurato quanto segue:
Nel settore relativo ai “Miei ordini” (voce “cessazione di linea”), vi sono riportati i movimenti preparatori dell’abbandono di Tim (Preparazione ordine, esecuzione ordine, evasione ordine); infine, il completamento del processo con data 14.12.2021.
E fin qui va bene.
Come va bene anche che nel riepilogo del mio profilo ci sia scritto: La linea risulta cessata.
Non solo, ma nell’altro settore che mostra il mio profilo, linea, fatture ecc., alla voce “La mia linea”, c’è l’annotazione: “La linea risulta cessata da sei mesi”.
Ma TIM lo è lo fa? Perché, se fosse vero che la linea gli  risulta cessata da sei mesi, mi dovrebbero spiegare perché hanno emesso le fatture in quel periodo, incassando le somme richieste. E se non è vero (come non lo è) perché scrivere nero su bianco una scemenza del genere?
Ecco, è proprio questa contraddizione che mi inquieta un poco, e mi spinge a pensare che TIM voglia continuare a fare i suoi giochini, come già accadde alcuni anni fa, quando poi mi arrabbiai ed ebbi ragione di fronte al Corecom (sempre col sostegno e le indicazioni di ADUC, beninteso).

Ora me ne sto tranquilla, e, appena pagata questa fattura, che per me è l’ultima, toglierò il RID sulla banca. Punto e basta.

Annapaola Laldi, consulente Aduc, curatrice della rubrica “La Pulce nell’Orecchio”