Altro guano sulla Fondazione Roi

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Sono note, grazie al nostro costante lavoro nonostante le denunce subite da mr. Zonin, le tristi vicende della Fondazione Roi negli anni successivi alla morte del marchese Giuseppe Roi che affidò il suo patrimonio complessivo di circa 100 milioni di euro, tra immobili, opere d’arte e cash per circa 30 milioni, perché i frutti fossero dedicati esclusivamente al Museo Civico di Vicenza, alias palazzo Chiericati (e con esso il Museo del Risorgimento e Resistenza e il Museo Naturalistico Archeologico….), proprio alle cure di Gianni Zonin, che da presidente della Fondazione si affiancò nel cda suoi fidi “serafini” aspiranti Lucifero.
È ancora più noto che ben di più avrebbero potuto e dovrebbero ancora fare, se solo lo volessero, il cda a guida Ilvo Diamanti e la magistratura per svelare e perseguire fino in fondo le malefatte e/o le “cattive” decisioni dei consiglieri che si sono succeduti accanto a Zonin, di cui tre (mons. Francesco Gasparini, l’arch. Emilio Alberti e Giovanna Rossi di Schio) ancora in carica dopo le dimissioni di Giovanni Villa, più volte da noi richieste, e due, il monsignore e la signora, in odore addirittura di riconferma per conto della Diocesi e del Fai.
Che quelle vicende siano ricoperte dal fango degli illeciti e dei favori con un buco patrimoniale ed economico di circa 29 milioni di euro, investiti in azioni della Banca Popolare di Vicenza con un’ipotesi di perfetto conflitto di interessi incernierato in Zonin, presidente anche della fu Popolare, per non parlare dei 2.5 milioni spesi per acquistare l’ex Cinema Corso abbandonato dai tempi che furono, ce lo ricorda plasticamente e per una sorta di legge del contrappasso il “guano fisico” che copre proprio l’ex Cinema di Corso Fogazzaro al centro di una ipotizzata e poi sospesa speculazione immobiliare che di sicuro poco aveva a che fare con la promozione della cultura incentrata sul museo civico cittadino a cui il marchese aveva affidato il suo ricordo e trasformatasi per opera di Zonin & c. in promozione… finanziaria e immobiliare.
Ebbene nell’ultimo cda del 30 luglio, quello per ora archiviato con la mancata nomina di quello nuovo e con i suddetti tre consiglieri zoniniani che hanno operato per impedire l’azione di responsabilità timidamente predisposta contro chi li aveva scelti, il punto 4 all’ordine del giorno recitava “Comunicazione del Comune di Vicenza del 29-05-2018 – delibere conseguenti“.
Pensate, come noi pensavamo quando l’abbiamo cercata, che la comunicazione del Comune inviata negli ultimi giorni dell’amministrazione mono pilota di Achille Variati contenesse un sussulto testamentario per riportare un po’ di decenza nella Roi “demolita” nella sua mission a danno dei vicentini da anni di complicità e, nel caso migliore, di silenzi collusi del sistema?
Sbagliato.
La comunicazione comunale riguardava ben altro fango, il guano, cioè, sul tetto del cinema di, inutile e anti statutaria, proprietà della Roi.
Ecco la storia.
Il 26 aprile l’amministrazione del condominio interessato, quello di stradella del Garofolino 1, chiedeva all’architetto Silva Brendolinsecondo quanto deciso dall’assemblea del 03/04/2018” dai Condomini “di predisporre a nome di tutti un intervento presso il Comune di Vicenza per chiedere la pulizia della copertura del fabbricato ex Cinema Corso, che presenta un grave stato di degrado. La stessa assemblea ha deciso, inoltre, di chiedere al Comune l’installazione di una telecamera di videosorveglianza per il controllo della zona di Via Garofolino frequentata da persone sospette“.
Ammasso di rifiuti sul tetto dell'ex Cinema Corso dela Fondazione RoiA ciò l’architetto provvedeva con un esposto protocollato il 9 maggio dal Comune di Vicenza (Competenza: Gestione del territorio, edilizia, beni e servizi ambientali e demaniali. Programmazione e gestione beni ambientali e rifiuti) a cui allegava le foto dello stato di degrado e in cui segnalava “In stradella del Garofolino, sul coperto dell’ex cinema Corso, la presenza di: – residui di dismissioni edili di operazioni di bonifica di copertura (copertura in amianto) – piccioni che hanno colonizzato i locali dismessi, sempre nello stesso edificio. Dopo la bonifica della copertura in amianto il luogo appare una discarica. Oltre al materiale abbandonato c’è il problema dei piccioni che hanno colonizzato i locali aperti, ad oggi sporchissimi, pieni di guano, e in estate c’è odore malsano, e si stanno moltiplicando. Chiediamo che si provveda quanto prima. L’assemblea condominiale chiede poi che venga sistemata una telecamera nella parte buia della via, vicino a corso Fogazzaro“.
A quel punto partiva il 29 maggio a firma del direttore Danilo Guarti la comunicazione comunale di cui parlavamo e posta all’odg del cda di Diamanti che riceveva questa missiva: “Egregio Presidente, con la presente siamo a invitare Lei, o un Suo delegato, a contattare quanto prima i nostri uffici o presentarsi presso il Settore Ambiente del Comune di Vicenza in Piazza Biade, 23 – Palazzo degli Uffici, per trattare argomenti che La riguardano in relazione a problematiche ambientali. La preghiamo di prendere contatto con il nostro tecnico dott. Cestonaro…“.
Che la Roi attuale tenga in poco conto il Comune di Vicenza, al cui Museo civico dovrebbe comunque dedicarsi anima e corpo ma a cui ha riservato nel nuovo statuto solo un posto nel cda lasciando spazio a Diocesi di Vicenza, Fai e Accademia Olimpica, lo dimostra il suo silenzio dopo la richiesta del dr. Guarti.
Ragion per cui il 5 luglio il dr. Cestonaro, dopo aver telefonato, scrive alla segreteria della Fondazione sollecitando un contatto relativamente alla nota inviata al Presidente della Fondazione Giuseppe Roi chiedendo nello specifico “di intervenire quanto prima, e darne informazione allo scrivente settore, per eliminare il disordine ambientale presente suJ tetto della struttura di Vostra proprietà sita a Vicenza in Stradella del Garofolino e di provvedere a chiudere tutte le aperture dello stabile che consentono ai piccioni di entrare all’interno del palazzo e di nidificare indisturbati….”.
Passano 26 giorni e, finalmente, dopo il cda in cui tutto rimane come prima, la segreteria della Roi il 31 luglio risponde così: “in merito alla Sua mail del del 5 luglio u.s., il Consiglio di Amministrazione della Fondazione Roi ha incarica to l’architetto Emilio Alberti ad intervenire quanto prima per eliminare il disordine ambientale presente sull’immobile di proprietà della Fondazione Roi, ex Cinema Corso…”.
Al membro del cda, Emilio Alberti, che ha messo mano ai ben più professionalmente rilevanti lavori al Chiericati tocca, quindi, ora l’incombenza di “eliminare il disordine ambientale“.
Di rimuovere il guano dalla Fondazione, invece, neanche a parlarne… vero presidente Diamanti e nuovi vertici vicentini?