Bandiera veneta al posto del Tricolore, il Pd scrive a Mattarella: “offendono la nostra storia”

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?Carta e penna per una nota ufficiale al Presidente della Repubblica? spiega così – in una nota del Consiglio – la vice-capogruppo del Pd regionale Orietta Salemi perché ha voluto portare l?attenzione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sulla ripetuta sostituzione della bandiera italiana nei luoghi simbolo della nostra storia e del nostro Paese. “Ammainare il Tricolore ? scrive la Salemi nella nota al Presidente – è offendere la memoria del sangue versato da migliaia di giovani italiani che si sono battuti sul nostro fronte alpino nella Grande Guerra

La cima Marmolada, dove da una foto di ieri si vede issato sulla croce il gonfalone del Veneto, è stata teatro del sacrificio degli uomini della Brigata Alpi impegnata tra il ?15 e il ?16 a presidiare la linea difensiva del nostro Paese. Le truppe impegnate nell’area del Col di Lana, Passo Fedaia, Alto Cordevolo hanno lottato contro il fuoco dell’artiglieria nemica, ma ancor di più contro i dirupi, il gelo, le valanghe con migliaia tra morti, dispersi e feriti solo in quel biennio. E il sangue versato lungo quel fronte di ghiaccio non era soltanto veneto, ma italiano: i due reggimenti della Brigata, il 51 e il 52, avevano il reclutamento da Catania a Mondovì, da Milano a Venezia, da Siena a Novara. Basta scorrere i nomi solo degli ufficiali caduti in combattimento o in prigionia per vedere fotografata tutta l’Italia,  sud e nord, est ed ovest della nostra penisola senza risparmi per nessuna regione. Ecco perché sulla Marmolada, se deve esserci una bandiera, quella deve essere italiana. Soprattutto se la si attacca sulla croce, segno per eccellenza che abbraccia e che non distingue?. 

?In questi ultimi tempi stiamo assistendo episodicamente al tentativo di sostituire il Tricolore nazionale con il solo gonfalone veneto se non con bandiere municipali: ieri cima Marmolada o Treviso , qualche settimana fa a Colognola ai Colli dove, il 2 giugno scorso, la bandiera italiana è stata spodestata dal vessillo della Repubblica Serenissima e a Vicenza. Una bravata, si dirà, ma il clima generale è questo: di recente, la proposta dell’esponente indipendentista in Regione, poi stoppata in Consiglio, di introduzione di un inno veneto, non si sa se destinato a sostituire nel tempo quello nazionale?.

?Ogni legittimo impegno per il riconoscimento di un’autonomia delle realtà locali non può tradursi nello svilimento o peggio nel vilipendio dei nostri valori nazionali ? aggiunge la Salemi -, non può tradursi in rivendicazioni localistiche che offendono la nostra storia e soprattutto la memoria di tanti, soprattutto giovani, riportati simbolicamente in vita ogni volta che intoniamo l’inno, deponiamo una corona di fiori e issiamo i colori della nostra bandiera, quella di tutti gli Italiani, sulle facciate di municipi e Istituzioni, nelle piazze, o presso i monumenti. La sottrazione di un diritto o di un valore è impoverimento. Perciò aggiungiamo pure ogni insegna o bandiera delle nostre terre, ma a fianco e non al posto del Tricolore”.