Bertelle e Vettore per l’avocazione: in 29 da incriminare per crac BPVi di cui Bankitalia non è vittima

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Gli avvocati Bertelle e Vettore, dopo le comunque numerose attività legali a tutela dei soci azzerati della Banca Popolare di Vicenza, di cui Renato Bertelle è stato anche socio, sono balzati ad onori più clamorosi delle cronache quando hanno ottenuto il 21 marzo 2018 i primi sequestri cautelari per decine di milioni di euro sui beni di Gianni Zonin e/o a lui riconducibili.

Ma l’avvocato maladense, con cui vari scambi dialettici abbiamo avuto in quanto presidente della Associazione Nazionale Azionisti BPVi ma che pure ha avuto voce presso la nostra testata indipendente, e l’avv. Michele Vettore, con studio a Vicenza, oltre che per la concreta particolarità dei sequestri ottenuti, amano sottolineare altri due elementi caratterizzanti la loro attività legale per i risparmiatori soci della BPVi.

Bertelle e Vettore, infatti, “reclamano” e descrivono in questa nostra video intervista esclusiva anche la ripetuta richiesta di avocazione presso la procura generale di Venezia del procedimento in corso a Mestre, ma “per conto” del tribunale di Vicenza, e i passi compiuti perché sia rigettata la richiesta di Banca d’Italia di essere riconosciuta nel processo in corso come parte civile e, quindi, danneggiata, e non come attore avente causa nel disastro delle popolare vicentina come invece gli avvocati Bertelle e Vettore ritengono e vogliono dimostrare.

Per l’avocazione Bertelle ricorda di aver denunciato già il 25 agosto 2015 ben 26 persone fisiche, di fatto tutti gli amministratori oltre a Zonin e tutti sindaci della BPVi, e tre persone giuridiche, tra cui la società di revisione KPMG, per i reati di “truffa aggravata, false comunicazioni sociali, associazione a delinquere e aggiotaggio” e di aver presentato il 30 giugno 2016 un’istanza di archiviazione per il reato ipotizzato dalla procura vicentina di “ostacolo alla vigilanza“, che, se verificato, liberebbe da responsabilità Bankitalia.

Il 30 dicembre 2016, quindi, Bertelle avanza un’istanza di avocazione alla procura generale di Venezia in quanto Vicenza non si sarebbe attivata correttamente per la verifica della denuncia del 25 agosto 2015 a cui l’allora procuratore di Venezia, Antonio De Lorenzi, risponde che “il procedimento (per i vari reati, ndr) è riunito a Vicenza“, “riunito una minghia“, commenta il salace avvocato di Malo.

A riprendere l’iniziativa sul fronte avocazione è, quindi, l’avv. Vettore a fine 2018 di fronte al Gup Roberto Venditti e, appena viene stabilito dal giudice vicentino il rinvio a giudizio degli attuali imputati, Bertelle, con una strategia concordata col collega, aggiunge una sua nuova istanza di avocazione e, poi, in sede dibattimentale a Mestre i due, Bertelle e Vettore, già “premiati” dai sequestri cautelari ottenuti chiedono al giudice collegiale l’esclusione di Banca d’Italia dalle parti civili.

I dettagli dei passi legali e i relativi commenti di Bertelle e Vettore, in attesa delle varie pronunce su avocazione ed esclusione di Bankitalia, che, se accolte, aprirebbero scenari nuovi e, a nostra umile opinione, più giusti, sono affidati alla video intervista qui proposta.