Crac Banca Popolare di Vicenza, Cub: “parole di Achille Variati irritanti”

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Sono particolarmente irritanti – scrive in un comunicato Maria Teresa Turetta di CUB Vicenza le parole che il sindaco uscente di Vicenza Achille Variati ha usato per mettere in guardia i cittadini dai pericoli di un Governo M5S-Lega. Un conto è criticare un programma politico, che pure noi come sindacato di base critichiamo, un conto è dare degli stupidi ai cittadini, ai lavoratori e ai pensionati  che hanno perso tutti i loro risparmi con il crac della Banca Popolare di Vicenza.

Affermare come ha fatto Variati sulla stampa locale: ?attenzione a non creare in Italia la Banca popolare italiana, com?è accaduto a Vicenza? è offensivo se detto da chi, come Variati, si è dimostrato nei fatti il principale sostenitore di Zonin fino alla vigilia del crac della Banca Popolare di Vicenza,  a dispetto di chi ha visto  polverizzare nel giro di poco tempo i propri risparmi. Variati è del partito democratico, è pluri pensionato grazie anche ai due mandati politici svolti in Regione Veneto e non può sputare sentenze così offensive per l?intelligenza dei cittadini elettori.

Le politiche di austerity della UE, della BCE, del Fondo Monetario Internazionale hanno avuto via libera dai governi che finora li hanno sostenuti, compreso il governo Renzi/Gentiloni che nel 2017 ha versato 20 miliardi di euro per il decreto ?Salva banche?; soldi sottratti alle pensioni, ai redditi dei lavoratori, alla sanità pubblica e ai  servizi pubblici in generale.

Variati, quindi, con le sue affermazioni ipocrite sostiene le scelte di Mattarella, dettate dalla Troika, come tutto il cosiddetto centro sinistra in Parlamento.

Le preoccupazioni dei mercati, la dittatura dello spread hanno la meglio sulla volontà popolare: è forse questa la repubblica nata dalla Resistenza al nazi fascismo?

Non una parola è stata detta da coloro che difendono la scelta di Mattarella, contro l’obbligo di pareggio del bilancio in Costituzione, contro l’anticostituzionale riforma delle Province (il No al referendum contro la riforma della Costituzione avrebbe dovuto indurre a cancellare anche la Del Rio).

Le principali forze sindacali si sono schierate tutte a supporto di un Governo Tecnico per le stesse motivazioni di Variati e sono le stesse che sono rimaste inermi davanti all’innalzamento dell’età pensionabile contro cui non hanno proclamato nemmeno un’ora di sciopero.

Siamo il paese del paradosso dove grande parte della cosiddetta sinistra, o quanti ne sono eredi, stanno dalla parte dei poteri forti e non si fanno problemi a schierarsi contro gli interessi dei lavoratori e delle lavoratrici.

La nostra lotta contro la riduzione del potere di acquisto di salari e pensioni, il saccheggio della spesa pubblica tra privatizzazioni e tagli, la chiusura degli spazi di democrazia, passa anche contro chi vuole imporre la dittatura del mercato e della finanza. Chiunque esso sia.