Enrique Tarrio, il reato di sedizione: dai Proud Boys a Trump?

Enrique Tarrio Donald Trump

Sono state le parole di Donald Trump… la sua rabbia, che ha causato gli incidenti del 6 gennaio. Non è stato Enrique Tarrio. Vogliono usare Tarrio come capro espiatorio per Donald Trump”. Così l’avvocato Nayib Hassan mentre cercava di convincere la giuria nel processo di Tarrio, ex leader dei Proud Boys, la milizia di estrema destra responsabile in grande misura degli assalti al Campidoglio il 6 gennaio 2021.

Hassan non ha avuto successo e Tarrio è stato condannato recentemente di cospirazione sediziosa insieme ad altri tre leader del suo gruppo. Un quinto partecipante è stato assolto dall’accusa di sedizione ma è stato trovato colpevole di ostruzione a una procedura governativa ufficiale. In questo caso si tratta di avere partecipato ad impedire il trasferimento di potere dal presidente uscente (Trump) al nuovo residente della Casa Bianca (Joe Biden).

Il reato di sedizione non è comune. Risale all’epoca della Guerra Civile (1861-65) e si rifà alla protezione del governo federale dai ribelli secessionisti. In effetti, chiunque viene condannato di sedizione ha cospirato contro il Paese e la sopravvivenza della nazione. Prima delle recenti condanne dei Proud Boys anche 6 membri degli Oath Keepers, un’altra milizia di ultra destra, sono stati condannati anche di sedizione l’anno scorso, sempre nel caso degli assalti al Campidoglio. La pena per sedizione può risultare di 20 anni di carcere, ma potrebbe aumentare notevolmente se si aggiungono altri capi di accusa. I processi per gli Oath Keepers hanno in grande misura smantellato il gruppo ma i Proud Boys continuano ad essere attivi agendo come “soldati della destra”.

Il gruppo dei Proud Boys è considerato “l’esercito di Trump” ed erano pronti a fare battaglia il 6 gennaio 2021. Difatti al processo dei Proud Boys il procuratore Conor Mulroe ha detto che i militanti “seguivano Donald Trump” pronti a commettere atti violenti per il presidente. Da ricordare che Trump li aveva corteggiati sin dalla campagna elettorale e li aveva persino citati nel primo dibattito con Joe Biden nell’elezione del 2020. L’allora presidente degli Usa si rivolse direttamente a loro quando gli disse “di rimanere pronti” conoscendo benissimo che tipo di gente fossero. Non si sa se Trump abbia avuto rapporti e comunicazioni esplicite con loro, ma Roger Stone, stretto collaboratore dell’ex presidente, era in diretto contatto con Enrique Tarrio. Stone, consulente politico battagliero, spesso sfiorò l’illegalità e fu accusato di ostruzione alla giustizia nelle indagini di Russiagate (2017-2019). Fu condannato nel 2019, ma Trump gli concesse la grazia nel mese di dicembre 2020, un mese prima di uscire dalla Casa Bianca.

Merrick Garland, il ministro della Giustizia, è stato criticato da leader democratici per avere fatto poco per fare giustizia sugli assalitori del Campidoglio. In realtà, nonostante la lentezza, Garland e il ministero di Giustizia stanno procedendo molto bene. Hanno iniziato con i “pesci” piccoli riuscendo a farne condannare quasi 600 in due anni per reati commessi prima e dopo il 6 gennaio 2021. Le condanne di sedizione ottenute sui Proud Boys e Oath Keepers, i due gruppi di estrema destra, sono stati utili per avvicinarsi ai vertici dei responsabili per l’insurrezione al Campidoglio.

Da ricordare in quest’ottica che Garland ha nominato Jack Smith procuratore speciale per le indagini dei documenti top secret tenuti da Trump nel suo resort di Mar-a-Lago. Ma il compito di Smith include anche le possibili responsabilità dell’ex presidente per avere aizzato non solo i due gruppi di estrema destra ma la folla che ha partecipato all’insurrezione. Le indagini di Smith sono confidenziali ma alcuni dettagli sono venuti a galla. Il fatto che Mike Pence, vice presidente di Trump per 8 anni, è stato costretto a testimoniare in queste indagini ci suggerisce che Smith dovrebbe avvicinarsi alla conclusione del suo lavoro in termini poco lunghi. Ciò dovrebbe preoccupare l’ex presidente perché negli ultimi mesi è anche stato incriminato a New York nel caso del rapporto con la pornostar Stormy Daniels che ha valso a Trump 34 capi di accusa. Inoltre, bisogna tenere in mente il recentissimo processo civile di E. Jean Carroll che ha visto l’ex presidente essere condannato per averla diffamata e abusata sessualmente.

I guai di Trump, però, emergeranno in maniera più pesante dalle indagini del ministero di Giustizia. Come si sa, l’ex presidente si è ricandidato per le presidenziali del 2024 e proprio di questi giorni ha tenuto un incontro con elettori repubblicani trasmesso in prima serata dalla Cnn. In caso di condanna di sedizione, però, Trump diverrebbe ineleggibile per qualunque incarico pubblico negli Usa.

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Domenico Maceri, PhD, è professore emerito all’Allan Hancock College, Santa Maria, California. Alcuni dei suoi articoli hanno vinto premi della National Association of Hispanic Publications.