GdF Vicenza: chiuso laboratorio tessile cinese che lavora per noti brand, 4 lavoratori clandestini e 5 da controllare a Montecchio Maggiore

927
GdF di Vicenza: dove vivono i lavoratori cinesi (foto di repertorio)
Dove vivono i lavoratori cinesi (foto di repertorio)

Nei giorni scorsi, i militari del Comando Provinciale della Gdf Vicenza, , hanno avviato, in collaborazione con personale del locale Ispettorato Territoriale del Lavoro, un controllo in materia di sommerso da lavoro, che ha permesso di scoprire quattro lavoratori di etnia cinese clandestini, impiegati in un laboratorio tessile di Montecchio Maggiore, in cui sono state riscontrate plurime e gravi violazioni delle norme poste a tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro tali da rendere necessaria l’immediata sospensione dell’attività imprenditoriale (qui e qui altre operazioni della GdF di Vicenza, ndr) .

Più in particolare, i militari della Compagnia di Arzignano hanno denunciato alla Procura della Repubblica di Vicenza 4 dipendenti, sui 9 trovati intenti a cucire tessuti anche per noti brand internazionali, per ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato, avendo un visto turistico scaduto già dal 2019.

Gli stessi sono stati sottoposti a rilievi fotodattiloscopici e sono stati destinatari di un invito a presentarsi presso l’Ufficio Immigrazione della Questura di Vicenza, ai sensi dell’art.15 del Testo Unico delle leggi di Pubblica Sicurezza.

Il datore di lavoro, di origine cinese, invece è stato deferito all’Autorità Giudiziaria per aver occupato alle proprie dipendenze lavoratori stranieri privi del permesso di soggiorno.

Gdf di Vicenza fast food schio
Guardia di Finanza di Vicenza

Gli ulteriori accertamenti eseguiti sul posto dalla GdF di Vicenza hanno permesso di constatare che al piano seminterrato, utilizzato per l’attività produttiva, era stata ricavata una “stanza di fortuna” destinata al riposo di alcuni lavoratori. Tali precarie condizioni relative alla sicurezza e alla salute dei lavoratori, ha reso necessario l’intervento degli Ispettori Tecnici dell’Ispettorato del Lavoro di Vicenza.

Più nello specifico sono state riscontrate innumerevoli violazioni in relazione alle macchine da cucire professionali utilizzate (rimozione dei congegni di sicurezza con gravi rischi di lesioni per i lavoratori) e alla mancanza dei necessari e idonei dispositivi di protezione individuali (DPI) ai lavoratori.

Il datore di lavoro inoltre, non ha ottemperato all’obbligo di elaborazione del documento di valutazione dei rischi e del piano di emergenza ed evacuazione, di formazione e addestramento dei lavoratori, non ha costituito il servizio di prevenzione e protezione e nomina del relativo responsabile, né ha verificato preventivamente la compatibilità delle condizioni di salute dei lavoratori.

Le aree di lavoro sono risultate prive di idonea segnaletica di sicurezza, con le vie di fuga ostruite per via dell’accumulo di scarti di lavoro sul pavimento; gravi le mancanze in relazione all’impianto elettrico e di messa a terra e agli estintori presenti.

Attualmente sono in corso ulteriori approfondimenti sulla posizione lavorativa di ulteriori 5 dipendenti cinesi non clandestini presenti nel laboratorio, il cui eventuale impiego “in nero”, se accertato dalle Fiamme Gialle, comporterebbe una maxi-sanzione nei confronti del datore di lavoro fino a 54.000 euro e un’ulteriore sospensione dell’attività imprenditoriale da parte dell’Ispettorato del Lavoro per l’impiego di personale non risultante dalla documentazione obbligatoria in misura superiore al 10% del totale dei lavoratori presenti sul luogo di lavoro.

L’attività svolta si inquadra nella più ampia azione condotta dalla Guardia di Finanza a contrasto dell’economia sommersa. Il lavoro nero è infatti piaga per l’intero sistema economico perché sottrae risorse all’erario, mina gli interessi dei lavoratori, spesso sfruttati, e consente una competizione sleale con le imprese oneste.


Si rappresenta che la misura è stata adotta d’iniziativa da parte della polizia giudiziaria e che, per il principio della presunzione di innocenza, la colpevolezza delle persone sottoposte ad indagine in relazione alla vicenda sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna.

Il comunicato è stato autorizzato dall’Autorità Giudiziaria per motivi di interesse dell’opinione pubblica.