Rispetto al 2021 corre l’inflazione anche a Vicenza: a gennaio +5,4%, a febbraio +6,1% (media nazionale del 5,7%). Cavion: “cambiare rotta”

I dati provvisori di marzo stimano un ulteriore +7,5%.  Cavion: “Servono interventi con modi e tempi certi. Magari investendo l’extra gettito dell’IVA dovuto all’aumento proprio dei prezzi”.

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Inflazione
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“Dal caro bollette al caro vita il salto dell’inflazione è presto fatto. Se il consumatore ha subìto il primo impatto con costi dell’energia, ora si sta accorgendo che a fronte di più denari spesi la borsa della spesa è sempre meno consistente. È il risultato del periodo di stop per pandemia, aumento delle materie prime e, appunto dell’energia, cui si somma ora il conflitto in Ucraina e un clima di incertezza che appesantisce il tutto”.

Gianluca Cavion, presidente di Confartigianato Imprese Vicenza
Gianluca Cavion, presidente di Confartigianato Imprese Vicenza

Lo dice il presidente di Confartigianato Imprese Vicenza, Gianluca Cavion in merito ai dati sull’inflazione elaborati dall’Ufficio Studi dell’Associazione a partire da quelli dell’ISTAT tra febbraio 2021 e febbraio 2022.
Il rapporto Confartigianato ha esaminato il trend di ben 10 gruppi di prodotti e servizi, per oltre 230 prodotti. In particolare le tendenze dei prezzi di 92 prodotti e servizi in mercati con una significativa presenza di imprese artigiane, di cui 29 sono riferiti a prodotti alimentari e bevande e 17 a servizi a maggiore vocazione artigiana. Il report, inoltre ha verificato le tendenze dei prezzi alla produzione manifatturiera e del costo di costruzione e dei prezzi dei servizi.

In Veneto i dati passano dallo 0,3% di febbraio 2021 al 6% dello stesso mese di quest’anno (quarta posizione in tutta Italia per il maggior incremento netto su base annua pari al 5,7%), dato che non si registrava dal luglio del 1991.  A livello provinciale, a Vicenza in febbraio 2022 il tasso di inflazione è pari a +6,1% (+5,7% del nazionale), e in accelerazione considerato che a dicembre 2021 era +4,4% e a gennaio 2022 arriva a +5,4%.

In prima posizione le voci relative ad Abitazione, acqua, elettricità, gas e carburante che hanno registrato una impennata dei prezzi del 29% in un anno (+27,4% dato nazionale). In seconda posizione i trasporti, cresciuti del 9,2% (dato nazionale +9%). Terza posizione per gli alimentari, cresciuti del 5,3% (dato nazionale +5,7%). Quarta posizione per i Mobili e articoli per la casa i cui prezzi a febbraio crescono del 3,5% (dato nazionale +3%) rispetto ad un anno fa.

Al contrario, una decrescita si registra per Comunicazioni con -3,4% per Bevande alcool e tabacchi con -0,5% (dati nazionale +0,2%). E non è finita perché, dicono i dati dell’Ufficio Studi, i dati provvisori di marzo mostrano un ulteriore intensificarsi dell’inflazione nel vicentino con il tasso che sale a +7,5% (dato nazionale +6,7%).

“I numeri purtroppo parlano chiaro: per cittadini e imprese far tornare i conti risulta sempre più difficile. A fronte di minor propensione alla spesa delle persone, a costi di produzione sempre più ‘imprevedibili’, molte aziende saranno costrette a ridurre l’attività, qualcuno definitivamente- aggiunge Cavion-. Non si può più lavorare in costante ‘emergenza’ perché ci sono situazioni non prevedibili ma altre intuibili e risolvibili. Se la pandemia è del primo gruppo, i costi dell’energia fanno parte della seconda tipologia.  Ricordo infatti che i prezzi energetici a febbraio di quest’anno hanno subìto un incremento del 26,8% rispetto allo stesso mese dell’anno appena concluso”.

“La dipendenza del nostro Paese da fornitori altri di energia deve trovare una soluzione e nel frattempo si deve permettere alle imprese, quelle artigiane di piccole e medie dimensioni, di lavorare in serenità – prosegue il presidente-. Molte di quelle realtà, infatti stanno operando quasi senza margini perché non vogliono, o non possono pena perdere fette di mercato, trasferire i maggiori costi sul cliente. Ma questa situazione non può protrarsi a lungo servono interventi certi nei tempi e nei modi per uscirne, magari investendo quell’extra gettito dell’IVA effetto di alcuni prezzi in crescita sui beni di consumo. Di sicuro il perdurare di un sentimento di incertezza e di preoccupazione non aiuta la fiducia di imprese e cittadini né la ripresa post pandemia”.