Nuovi percorsi abilitanti docenti scuole secondarie di primo e secondo grado, Meritocrazia Italia: formazione e lavoro non siano un lusso

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Mobilità docenti
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È stato appena pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) datato 4 agosto 2023, concernente la “Definizione del percorso universitario e accademico di formazione iniziale dei docenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado ai fini del rispetto degli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e Resilienza”.

In base a questo decreto, i percorsi di formazione abilitante per i docenti possono essere erogati da Centri multidisciplinari individuati dalle Università e dalle istituzioni Afam (Conservatorio e Accademia delle belle arti), anche in forma aggregata, attraverso la stipulazione di un protocollo d’intesa con l’indicazione dell’istituzione capofila. L’accreditamento iniziale e periodico di tali percorsi è di competenza del Ministero dell’Università e della Ricerca, previa consultazione dell’Anvur (Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca), che avrebbe dovuto pubblicare entro il 15 settembre scorso le Linee Guida per la valutazione dei requisiti dei percorsi.

Gli atenei bandiranno corsi con un determinato numero di posti in base alle esigenze del territorio, ma non sono state ancora definite le modalità di accesso. L’unico dettaglio noto è che, se ci fossero candidati in eccesso rispetto ai posti disponibili, le Istituzioni possono pianificare selezioni a livello locale, secondo le modalità individuate dal Ministero.

Per quanto riguarda le classi di concorso coinvolte, non ci sono ancora certezze, poiché la loro attivazione sarà basata sulle necessità specifiche dei territori, il che potrebbe comportare che alcune classi di concorso vengano bandite solo in determinate zone.

Si tratta di percorsi che richiedono obbligatoriamente la partecipazione a corsi e tirocini, seguiti da due prove finali (una scritta e una orale) per ottenere l’abilitazione all’insegnamento.

Tuttavia, oltre agli aspetti tecnici che possono risultare complessi da comprendere a causa delle varie casistiche, è importante sottolineare il ritardo nell’emanazione di questo provvedimento, atteso sin da luglio 2022, con la sfida di rispettare le tempistiche previste per i percorsi che dovrebbero concludersi entro maggio 2024, con l’attivazione prevista entro il 28 febbraio prossimo.

Inoltre, è preoccupante la decisione di non finanziare le attività di formazione con risorse specifiche, lasciando l’onere formativo a docenti precari e studenti. Va notato che i costi previsti per i percorsi sono attualmente significativi, variando da € 2.000,00 per i corsi da 30 crediti formativi universitari (cfu) o crediti formativi accademici (cfa) a € 2.500,00 per i corsi da 60 cfu/cfa, con l’aggiunta di una quota di € 150,00 destinata alle prove finali (costi che varieranno a seconda delle determinazioni dei singoli atenei).

In generale, Meritocrazia Italia sostiene l’importanza di migliorare la formazione per i lavoratori, in questo caso per i futuri docenti, ma insiste sul fatto che la formazione dovrebbe essere un diritto accessibile a tutti. L’organizzazione propone che le università statali svolgano un ruolo principale in questo processo, in modo da evitare di affidare la formazione del futuro corpo docente a università private regolate dalle leggi di mercato. Inoltre, Meritocrazia Italia suggerisce che i corsi siano erogati a costi accessibili, con agevolazioni specifiche in base allo status sociale e alle condizioni economiche degli studenti.

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Fonte: Nuovi percorsi abilitanti: la formazione e il lavoro non siano un lusso

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