Olimpico Jazz Contest 2020, scelti i finalisti della prima edizione

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Sono quattro i semifinalisti di “Olimpico Jazz Contest”, il concorso per giovani musicisti bandito dal festival New Conversations Vicenza Jazz, che si esibiranno la prossima primavera.

Originariamente, le fasi finali della prima edizione dovevano tenersi durante il festival del maggio 2020. Poi le vicende dovute al Covid-19 hanno fatto slittare tutto a dicembre, con l’ipotesi di Vicenza Jazz Winter, a sua volta di nuovo procrastinato a causa della pandemia.

Tuttavia, nel frattempo ha continuato a lavorare la giuria di esperti composta, oltre che dal direttore del festival Riccardo Brazzale, dai sassofonisti Robert Bonisolo, Mauro Negri e Pietro Tonolo, e dal direttore della rivista Musica Jazz Luca Conti.

La prima edizione dedicata ai sassofonisti (nel nome di Charlie Parker, di cui nel 2020 cadeva il centenario della nascita) vede ora quattro semifinalisti, cittadini europei dai 18 ai 30 anni, come previsto dal concorso

Si tratta – in ordine alfabetico – di Nicola Caminiti (Messina), Giovanni Fochesato (Cologna Veneta – VR), Michele Tino (Calenzano – FI) e Matteo Zecchi (San Casciano in Val di Pesa.– FI), scelti con una certa perizia dai giurati, in un novero di iscritti davvero di alta qualità, con domande giunte anche dal nord Europa.

I quattro semifinalisti si contenderanno prima l’accesso alla finale, quindi il premio della prima edizione dell’Olimpico Jazz Contest, esibendosi al festival coadiuvati da una sezione ritmica di professionisti. I primo premio consta di 1500 euro, oltre a un ingaggio remunerato, con un proprio gruppo, per la successiva edizione del “New Conversations”, mentre al secondo classificato andranno 500 euro.

È invece ufficiale il premio speciale alla miglior composizione, con una targa titolata a Marco Birro (oltre a un altro premio di 500 euro), il giovane, talentuoso pianista prematuramente scomparso nel marzo 2020. Il vincitore di questo premio speciale è il sassofonista napoletano, ma da anni di stanza in Toscana, Michele Tino, con il suo brano “Lidiota”, titolo che è un gioco di parole derivato dal “modo lidio”, una delle scale musicali usate nel jazz.

“Sono felicissima – ci ha tenuto a sottolineare l’assessore alla cultura del Comune di Vicenza, Simona Siotto – che questa fase della prima edizione del concorso abbia comunque prodotto i primi risultati, pur in un anno così difficile. Ed è bello che il vincitore possa essere proclamato durante il prossimo festival che si terrà il nel maggio 2021, un anno che tutti noi vogliamo sia davvero nel segno della ripresa a partire proprio dai giovani”.

“Era una iniziativa cui pensavamo da anni – ha rimarcato lo storico coproduttore del festival, Luca Trivellato – ed è significativo che il premio per la prima edizione sia consegnato nell’anno del 25° di Vicenza Jazz. Sono molto curioso di vedere e sentire all’opera questi giovani leoni e, mi sia concesso, anche di ricordare il talento di Marco Birro”.

 

Nicola Caminiti. Nato a Messina nel 1995, Caminiti ha vinto diversi premi tra cui il North American Saxophone Alliance Jazz Competition 2018. Dal 2015 si è trasferito a New York, dove ha frequentato la Manhattan School of Music grazie a una borsa di studi internazionale e dove svolge la maggio parte della propria attività concertistica.

Giovanni Fochesato. Di Cologna Veneta, dove è nato nel 1994, ha studiato al Berklee College Of Music di Boston e si è poi diplomato con il massimo dei voti (lode e menzione speciale) al conservatorio Pedrollo di Vicenza. Con il suo gruppo “Teik Chu” ha vinto il concorso Chicco Bettinardi nel 2018.

Michele Tino. Nato a Napoli nel 1991, ha conseguito il diploma di sassofono classico e jazz, oltre a un master di specializzazione ad Amsterdam. Numerose le sue collaborazioni anche internazionali (ha suonato anche negli Stati Uniti e in Canada). Trasferitosi a Firenze è membro attivo (e referente per la Toscana) del MIDJ, l’associazione italiana musicisti di jazz.

Matteo Zecchi. Fiorentino, classe 1997, ha già vinto diversi premi (Premio Internazionale Massimo Urbani, Premio Marco Tamburini) e ha esperienze, oltre che in ambito jazzistico, anche in quello classico e popolare.