Elezioni, Sentiment piccoli imprenditori di Vicenza: equità fiscale e meno “carte”

323
sentimenti piccoli imprenditori artigiano lavora pelle vicentini

Confartigianato Veneto ha svolto un sondaggi sul sentiment dei piccoli imprenditori, anche quelli di Vicenza in vista delle elezioni politiche del 25 settembre 2022. Un modo per fotografare quali siano le aspettative nutrite dai tanti artigiani veneti nei confronti delle politiche che saranno varate dal prossimo governo.

Già oggi abbiamo dato conto di quanto emerso a livello regionale da un sondaggio durato dal 6 al 9 settembre scorsi. Puoi leggere questo articolo per approfondire. Se desidei inoltre leggere una rassegna di articoli sul tema elettorale, puoi vistare questo archivio.

La sede provinciale vicentina di Confartigianato, ha quindi scorporato i dati di questo sondaggio per Vicenza e provincia ed ecco cosa emerge circa il sentiment piccoli imprenditori vicentini.

“Alleggerire il carico di burocrazia che incombe su cittadini e imprese, ridurre la pressione fiscale e una reale semplificazione, sono tra i primi provvedimenti che, anche secondo le imprese vicentine, andrebbero attuati nei primi 100 giorni dal nuovo Governo” sostiene il presidente di Confartigianato Imprese Vicenza, Gianluca Cavion.

Le imprese vanno messe nelle condizioni di proseguire l’attività e competere su mercati. “Non è possibile che nel 2022 si debba ancora perdere giorni e giorni, investire risorse umane ed economiche, per far fronte a una burocrazia invadente e a dir poco alla Azzeccagarbugli”, ancora Cavion.

Dunque, su tutto fisco e buorcrazia o “carte”: questo è il sentiment piccoli imprenditori vicentini.

“Dal campione – riferisce Confart vicenza – emerge subito che anche i vicentini ritengono la caduta del Governo Draghi un errore (67,5%) ovvero che il momento fosse sbagliato e sarebbe stato meglio attendere la fine della legislatura.

E se la legge elettorale che riduce i parlamentari viene promossa da oltre la metà degli intervistati, a più della metà degli interpellati non piace la scelta dei canditati con un terzo degli intervisti che ritengono i nomi ‘paracadutati dalle segreterie’ e che quindi la rappresentanza dei territori sia davvero poca.

Da qui anche quella disaffezioni alla politica che anche i dati di Confartigianato confermano. Ciò nonostante, quasi l’80% degli artigiani vicentini sentiti andrà a votare, sebbene con una forte indecisione su chi votare (il 24,7%).

Detto ciò, tra le priorità che gli artigiani berici ritengono assolutamente necessarie (58,4%) spiccano appunto l’approvazione delle riforme (fisco, giustizia e appalti) così come nessun passo indietro sul Pnrr.

Entrando nel merito dei temi cari al territorio ecco quello dell’autonomia sulla cui attuazione ormai il 63,4% non crede più. Sempre in tema di provvedimenti urgenti da attuare ecco la riduzione del costo dell’energia, della pressione fiscale e delle materie prime. Nel dettaglio dell’energia, al primo posto spicca la richiesta di un’azione che vada nella direzione del price cap, al secondo posto ecco la richiesta del sostegno agli investimenti che vanno nella direzione delle energie rinnovabili (come le comunità energetiche). Conquista il terzo posto l’azzeramento degli oneri di sistema. Anche il vicentino poi è in linea con il resto dei colleghi veneti nell’attuare soluzioni interne per il risparmio energetico: minor utilizzo di illuminazione, aria condizionata e riscaldamento e in qualche caso revisione dell’orario di lavoro.

Nonostante tutto ciò, gli artigiani vicentini non perdono in ottimismo. Infatti, alla richiesta di quali conseguenze potrebbe pagare la propria impresa un quarto abbondante degli intervistati ritiene non ce ne saranno. E se per la situazione economica del Veneto non manca la preoccupazione (per il 35,1% la situazione sarà di forte peggioramento) per la propria attività gli imprenditori vicentini ritengono che poco o nulla cambierà.

“Il sondaggio – commenta ancora Cavion – mette nero su bianco quanto da tempo Confartigianato reclama e sul quale si batte, per esempio su fisco e burocrazia, confermando al contempo la lungimiranza di alcune scelte, quali la creazione di un centro servizi dedicati alla sostenibilità delle imprese e la strada delle comunità energetiche.

Resta aperto un fronte sul quale dovremmo, assieme alla politica e non solo, interrogarci, ed è quello delle professionalità da introdurre in azienda. Se è vero che tante imprese, nonostante una situazione poco conciliante, guardano avanti con ottimismo è anche vero che le medesime realtà intendono affiancare nuove competenze a quelle consolidate.

Professionalità legate alla sostenibilità, alle nuove tecnologie, all’export difronte a un mondo in continuo cambiamento, ma anche figure tecniche e specializzate sono sempre più richieste dalle imprese. Il tema del capitale umano, che unisce problematiche legate all’uscita dal lavoro degli addetti in età pensionabile, un progressivo calo demografico e giovani che cercano sempre più una conciliazione tempo di vita e di lavoro, apre un nuovo fronte sul quale Confartigianato si sta già muovendo ma che richiede la collaborazione degli altri soggetti coinvolti, ovvero mondo politico e scuola.

C’è un tema poi che a noi imprenditori è stato e è ancora molto caro e nonostante la comprensibile disillusione degli artigiani, l’ulteriore autonomia in applicazione della Costituzione resta un obiettivo irrinunciabile perché serve anche a responsabilizzare l’intera spesa pubblica”, conclude Cavion.