Spinta di Rucco al voto utile (per sé) può minare la democrazia che è pluralismo non bipolarismo

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Voto utile per Sala Bernarda, Consiglio Comunale di Vicenza
Voto utile per Sala Bernarda, Consiglio Comunale di Vicenza

Il 28 aprile, giorno della sua presentazione, il sondaggio SWG, commissionato da Francesco Rucco candidato sindaco di Vicenza per il centro destra (clicca qui per scaricarlo, ndr), lo dava vicino alla vittoria addirittura al primo turno (senza dati l’eventuale ballottaggio non preso in esame o, almeno, non presentato pubblicamente, come dichiarato in conferenza stampa per vari dati definiti non pubblici ma “di lavoro” per lo staff) per cui il sindaco uscente invitava gli elettori esplicitamente al voto utile, per escludere le liste minori, di cento sinistra e sinistra che fossero ma, soprattutto, di centro destra, voti a cui il sindaco uscente strizzava l’occhio.

Per il candidato sindaco la forbice di SWG (su un campione di 600 elettori) era, comunque tra il 45 e il 49% mentre per Possamai era tra il 41 e il 45% il che vorrebbe dire che, al netto dell’errore statistico, il candidato di cdx può scendere al massimo fino al 45%, livello a cui può salire al massimo quello di csx.

Diversi, diremmo ovviamente, erano i numeri, resi noti lo stesso giorno, del sondaggio Demetra su un campione più ampio del 33%, cioè 804 elettori, commissionato da Giacomo Possamai questa volta anche per il ballottaggio: il primo turno mostra Giacomo Possamai al 43%, davanti al sindaco uscente Rucco al 41.5, seguono Cicero al 5.2, Zoppello al 3.3, Bortolotto al 3, Simone al 2.3, Crescioli all’1.7. Il vantaggio di Possamai si espande al secondo turno: 51.7% contro 48.3.

In questi numeri, buoni gli uni o gli altri, ma di fatto come tutti i sondaggi puramente indicativi di intenzioni di voto a circa, per giunta, due settimane dall’apertura dei seggi, il 14 e 15 maggio, c’è la sensazione che l’opzione più probabile sia quella del ballottaggio ragion per cui Rucco si è rivolto agli elettori di centrodestra, di fatto quelli di Cicero e Zoppello, i due assessori da lui estromessi dalla giunta uscente, per deviarli dai due candidati, a lui più ostili forse che non Possamai, e provare a vincere al primo turno.

Visto, infatti, che i dati del ballottaggio di Possamai lo danno vincente l’assenza di quelli di Rucco fanno sospettare che anche per SWG non sarebbero a lui favorevoli per cui parrebbe indispensabile per il sindaco uscente giocarsi il tutto per tutto al primo giro, tanto più che il secondo può diventare in ogni caso una roulette russa.

Cicero e Zoppello, privi di ogni fiducia in chi li ha “cacciati”, difficilmente potrebbero dare indicazioni di voto per Rucco ai loro sostenitori, ma mentre il primo potrebbe consigliare l’astensione il secondo, nella cui lista militano anche candidati moderati se non ascrivibili al centrosinistra, potrebbe valutare un’opzione pro Possamai.

Tutti questi ragionamenti ipotetici dovranno, comunque, fare i conti con le percentuali e gli eventuali consiglieri guadagnati da queste due liste al primo turno oerché saranno poi i numeri a poter indirizzare ogni tipo di trattativa tra i leader che sia poi accettata, cosa non scontata, dai loro elettori.

Certo è che, in un’Italia che ha visto crescere il disamore per il voto anche perché gli elettori hanno perso nelle elezioni nazionali la possibilità di scegliere i propri eletti col criterio proporzionale e con le preferenze, il fatto che Rucco spinga per il voto utile sembra, oltre che un segno di debolezza, una palese contraddizione col desiderio e col Dna della democrazia che può e deve essere pluralista, pur se con paletti di accesso alla rappresentanza, perché tutto il dibattito politico non si riduca a un confronto/scontro a due che elimini fin dall’inizio la possibilità di essere rappresentate per idee e visioni diverse.

Insomma, a nostro parere, è giusto che gli elettori decidano chi votare senza valutazioni di quale sia il “voto utile” che di per se stesse identificano il beneficiario e possono diventare di fatto il primo passo verso il pensiero unico con l’abolizione dei contributi diversi e “utili” delle opposizioni.


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