Toponomastica, Rifondazione comunista: “Il Consiglio regionale veneto approva la legge che falsifica la storia”

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Josip Broz Tito toponomastica
Josip Broz Tito

Legge regionale sulla toponomastica: nota critica da parte del Comitato regionale Veneto di Rifondazione Comunista.

Il riferimento è al Progetto di legge statale sulle variazioni alle norme della Toponomastica, approvato recentemente dal Consiglio regionale del Veneto per vietare vietare l’intitolazione di strade, piazze pubbliche e monumenti a personaggi macchiatisi di azioni efferate, crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Ma anche, su proposta del Correlatore, la vicecapogruppo del Partito Democratico Vanessa Camani, di crimini di aggressione e violazione del diritto internazionale e umanitario e di esponenti del partito fascista. Inoltre, e questo era l’obbiettivo del primo firmatario e relatore in aula, il Presidente dell’Intergruppo di Lega-LV Alberto Villanova, consentire la revoca per indegnità di onorificenze di stato. La norma è passata con 44 voti favorevoli (leggi qui).

“Nell’Aprile del 1941 – dice Rifondazione Comunista Veneto -, le divisioni tedesche occuparono insieme agli eserciti italiano e ungherese la Jugoslavia, un paese non belligerante. Le violenze e le stragi che ne seguirono ad opera dei nazifascisti sono note ed ampiamente documentate. La resistenza che si organizzò, prevalentemente nell’esercito popolare guidato da Tito, fu la più importante nell’Europa occupata dai tedeschi e una spina nel fianco formidabile per la macchina da guerra germanica.

Dopo l’armistizio del ’43, la strage di Cefalonia, dove furono trucidati migliaia di soldati italiani che avevano osato opporre resistenza alle truppe tedesche, interi reparti e divisioni dell’esercito italiano in Jugoslavia si unirono all’esercito di liberazione popolare guidato da Tito partecipando con onore alla guerra contro i nazifascisti. Quel che accadde alla fine della guerra nelle zone di confine, che, per quanto doloroso, non ebbe certamente i tratti della pulizia etnica e del genocidio, fu la diretta conseguenza dell’occupazione nazifascista e della sua ferocia.

Nel dopoguerra, la Jugoslavia di Tito ebbe un ruolo fondamentale, insieme ad altri paesi, nella politica internazionale con la nascita del fronte dei paesi non allineati, che non si riconoscevano nei due blocchi contrapposti a guida sovietica o americana. Una collocazione fortemente improntata alla pace e alla reale indipendenza dei popoli.

Assimilare Tito, un gigante nella storia europea e mondiale, ai gerarchi fascisti non è solo un falso storico, è una vergogna. Anche in questo caso, certamente non il primo, il PD e i suoi satelliti si sono vergognosamente accodati al revisionismo della destra offendendo la memoria delle decine di migliaia di italiani che combatterono dalla parte giusta”.