Raffaele Speranzon, il neoeletto senatore polemico sul 25 aprile: Pd e Cgil replicano

1395
Raffaele Speranzon consigliere regionale Fratelli d'Italia
Raffaele Speranzon, senatore e consigliere regionale Fratelli d'Italia

Raffaele Speranzon scatena una polemica con alcune dichiarazioni sul 25 aprile, definita una data comunista anti-fascista. Le reazioni per una frase infelice sulla festa della Liberazione non si sono fatte attendere.

Come riporta l’agenzia Dire, il neoletto Senatore veneziano nel collegio uninominale di Venezia-Rovigo, oltre che capogruppo in Consiglio regionale di Fratelli d’Italia ha detto: “Se è una giornata comunista anti-fascista non ci piace”.

Reazioni, dicevamo, che non si sono lasciate attendere. Come quella di Monica Sambo, segretaria del Partito democratico di Venezia. “Sono gravi e inaccettabili le parole di Speranzon sul 25 aprile che dimostrano come la fiamma fascista nel simbolo di Fratelli d’Italia non sia solo un richiamo per i nostalgici, ma rappresenti l’identità di questa forza politica e dei suoi componenti che non sono degni di rappresentare Venezia in Parlamento.

Il 25 aprile – ha aggiunto – è la festa della liberazione dai nazifascisti, è una festa antifascista senza se e senza ma dove i totalitarismi di tutto il mondo non c’entrano proprio nulla”.

Dura anche la Cgil: “Consideriamo gravissime le parole di Speranzon, che dichiara di non apprezzare la festa di liberazione come giornata antifascista. Le dichiarazioni di oggi dimostrano che la fiamma nel simbolo di Fratelli d’Italia è il richiamo a precisi valori che sono l’opposto di quelli contenuti nella nostra carta costituzionale.

Il 25 aprile – ancora il sindacato – è la festa di tutte le italiane e gli italiani che si riconoscono nei valori della nostra Costituzione e nella lotta di liberazione dal fascismo. Solo la destra post fascista, all’interno di una precisa narrazione di delegittimazione dell’antifascismo, la considera una festa di parte. Noi, a differenza di Speranzon, siamo orgogliosi di stare dalla parte dei partigiani e di tutti coloro che hanno dato la vita per liberarci dai fascisti e dai nazisti”.

“Per me il comunismo non è sinonimo di libertà, per cui io non starò mai vicino alle bandiere comuniste, bandiere rosse sporche di sangue di tanti milioni di innocenti”, taglia corto Raffaele Speranzon rispondendo alla Dire. “Noi siamo contro tutti i totalitarismi, fascismo, nazismo e comunismo. Chi ha problemi con la propria storia cominci a fare i conti con la propria storia. Noi li abbiamo già fatti.

Per noi il totalitarismo è un qualcosa che riguarda il passato e di cui non solo non abbiamo nostalgia ma rigettiamo. Ma il totalitarismo di qualsiasi tipo, non ci si può fermare al fascismo e pensare che quelli che ci devono insegnare la democrazia sono i comunisti, che ancora oggi governano purtroppo in tanti Paesi del mondo annientando le libertà e togliendo qualsiasi tipo di diritto civile”.