Autonomia differenziata, Pedicini (Equità Territoriale): “Medici sempre più poveri al Sud, si prepara maxiesodo verso gli ospedali del Nord”

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Piernicola Pedicini

“Con l’autonomia differenziata, il sacrosanto diritto alla salute e alle cure sanitarie sarà sempre più una chimera per chi è nato e risiede nel Mezzogiorno d’Italia“.

A dirlo è Piernicola Pedicini, parlamentare europeo del Gruppo Efa (Alleanza libera europea) e segretario del Movimento Equità Territoriale. Parole che giungono in un periodo nel quale l’iter per l’Autonomia differenziata è avviato come non mai (leggi qui) ravvivando anche il dibattito sul tema, tra chi non vede l’ora e chi frena.

“Se già da anni, stando ai recenti report di Gimbe e Demoskopika – spiega la sua posizione Pedicini -, un bambino nato in regioni come la Campania ha un’aspettativa di vita inferiore di quasi cinque anni rispetto a chi è nato in Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, con la riforma annunciata da Lega e Partito Unico del Nord questa speranza si ridurrà sensibilmente”.

Uno degli effetti collaterali sarebbe dunque – secondo l’europarlamentare – da valutare sulle retribuzioni dei medici.

“Il sistema sanitario ridisegnato dalla bozza Calderoli – sottolinea infatti Pedicini – cancellerebbe di fatto la contrattazione collettiva definita, a livello nazionale, sulla base di accordi tra sindacati dei medici e Governo centrale, consegnando di fatto alle regioni carta bianca su compensi e indennità da erogare ai camici bianchi che operano nelle loro strutture ospedaliere. Dunque – è la tesi dell’esponente di Equità Territoriale -, le regioni più ricche potranno permettersi di pagare buste paga più alte“.

Discorso simile per le scuole di specializzazione, i cui posti non saranno più determinati dal ministero della Salute, ma dalle regioni.

Si contribuirebbe così a favorire un esodo senza precedenti di medici e specializzandi verso i nosocomi del Nord, sguarnendo di personale specializzato e di giovani talenti gli ospedali del Meridione, che già sono da anni alle prese con una atavica carenza di organico.

Come Movimento Equità Territoriale – annuncia il segretario del Met – ci batteremo al fianco dei sindacati dei medici e delle associazioni di categoria, perché non venga ulteriormente leso un diritto costituzionalmente garantito e affinché la vita e la morte di un cittadino non debba più dipendere dal territorio in cui vive”.