Coronavirus: brutte la costrizione e la paura, bello far respirare la Terra e scoprire una “rete” ora umana

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Tramonto sul mare spagnolo, foto di Maurizio Mascarin
Tramonto sul mare spagnolo, foto di Maurizio Mascarin

Oggi gran parte dell’umanità per la paura da Coronavirus è sottoposta a delle discipline di restrizione. Ci è imposto dai vari governi nel mondo per evitare il moltiplicarsi di contagi. Ci siamo adattati a rimanere in casa, alcuni di noi in famiglia, altri soli, migliaia ancora più soli perché rimasti per sempre senza alcuni degli affetti più cari.

Ma, cercando e trovando nuovi e impensati equilibri, abbiamo recuperato o stiamo recuperando le relazioni, lo stare insieme, l’importanza degli affetti.

Anche il nostro pianeta Terra ringrazia, sia pure tra tanto dolore e, quindi, paradossalmente, il Coronavirus: così ha potuto così rigenerarsi liberandosi in parte dell’inquinamento che abbiamo causato col nostro vivere irresponsabile e insensato. L’aria ora è respirabile anche nelle zone a maggior densità d’industrializzazione.

Tutto il ‘fare’ è sospeso dando così spazio nuovo all’essere, al manifestarsi.

Gli amici facendo rete si son potuti re-incontrare. Si la rete.

Quand’ero bambina il telefono in casa era un lusso e si andava al bar vicino a telefonare in caso di bisogno. I contatti erano mantenuti solo via posta, si scrivevano lunghe lettere agli amici e si aspettavano tanti giorni per avere una risposta. Quell’attesa dolce e piena di speranza era una presenza costante che ci manteneva in “contatto”.

Dopo il mio primo lungo viaggio in Perù che ho fatto senza l’uso del pc e nemmeno dello smartphone ho intuito che la rete avrebbe potuto diventare per me uno strumento valido per comunicare e rimanere in contatto con i nuovi amici che vivevano in paesi lontani. Così mi sono impegnata ad impararne l’uso fino a poco prima rifiutato perché, sbagliando, non lo consideravo creativo.

La rete è pazzesca, è magica. Tanto può arricchire la nostra vita se usata con discernimento, quanto può danneggiarci se usata impropriamente.

In questi mesi di costrizione alla solitudine della propria casa, anche se io me la.. godo a Vejer de la Frontera, molti amici lontani di cui avevo perduto le tracce sono tornati a risvegliare nel mio cuore esperienze lontane cariche di emozioni forti e dolci.

Come in una maglia tessuta d’incontri che danno senso al nostro camminare nella vita veniamo ogni volta nutriti e trasformati dall’energia stessa delle relazioni, dall’intensità e dalla passione con cui le viviamo, da quanto ci apriamo ad accoglierle. Ciò che si genera nell’incontro prende sostanza nel nostro essere che inevitabilmente poi non sarà più lo stesso di prima ma avrà in sé maggior pienezza e nuova forza.

Questo tempo di restrizione e di silenzio può diventare un’opportunità per rivedere relazioni sospese, per comunicare il nostro affetto, la nostra presenza. Le parole possono creare il contatto che tanto ci manca in questo momento. Presto torneremo ad abbracciarci e a danzare insieme la vita


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