E sono 700! In Veneto i morti sul lavoro sono 69, a Vicenza 10. Ma Lega e M5S tagliano tariffe dei premi per indennizzi INAIL!

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Morti sul lavoro
Morti sul lavoro

Con Marian Bratu, l’operaio delle Acciaierie Venete morto il 26 dicembre dopo oltre 7 mesi di agonia e atroci dolori per le ustioni riportate mentre lavorava e il boscaiolo morto il 27 dicembre a Chiuppano (VI), sono 700 i lavoratori morti per infortunio nei luoghi di lavoro da inizio anno. Questo numero spaventoso è certificato dalle liste dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro curato da Carlo Soricelli. Inoltre, se si considerano anche i decessi in itinere, le lavoratrici e i lavoratori morti (la stima è prudenziale) salgono a oltre 1400. In Veneto i morti sono 69: Venezia (12), Belluno (6), Padova? (5), Rovigo (3), Treviso (15), Verona (18), Vicenza (10).

Nel territorio nazionale, i morti sono 66 in più rispetto a tutto il 2017. L’incremento è di oltre il 10%. Questo dovrebbe far riflettere sulla mancanza di prevenzione e di controllo di quello che succede nei luoghi di lavoro. Una mancanza dovuta anche (si dovrebbe dire soprattutto) alla carenza di un numero adeguato di ispettori e personale preposto a verificare e a garantire la sicurezza nei posti di lavoro.

Chi governa il paese (cioè Lega M5S), nella nuova legge di bilancio 2019, ha deciso di “tagliare il costo del lavoro” grazie alla riduzione delle tariffe dei premi INAIL con conseguente taglio anche degli importi delle rendite e degli indennizzi agli aventi diritto. Questo avverrà a partire dal 2019 e per il prossimo triennio.

Così la sicurezza nel lavoro, le ispezioni e le verifiche delle situazioni nelle quali operano lavoratrici e lavoratori saranno “costrette” ad essere sempre meno e sempre più carenti.

Evidentemente, per chi occupa le poltrone del governo (e, vista l’indifferenza imperante, anche di chi è in parlamento, quasi nessuno escluso), la salute e la sicurezza di chi vive del proprio lavoro è poco o per nulla importante.

Tanto chi muore sul lavoro e di lavoro, poi, non vota!