Hangar Palooza tra musica e educazione alla pace dopo il 7 ottobre

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Hangar Palooza, in primo piano Benedetta Ghiotto al servizio dei... vicentini
Hangar Palooza, in primo piano Benedetta Ghiotto al servizio dei... vicentini
(Articolo sul festival Hangar Palooza da Vicenza Più Viva n. 3 dicembre 2023-gennaio 2024 , sul web per gli abbonati tutti i numeri, ndr)

Con l’avanzare dei mesi e l’entrata a regime dell’attuale Amministrazione, tra i banchi di Sala Bernarda, la sede del Consiglio Comunale, si è acuita la discussione riguardo a cosa servisse veramente alla città in questo dato momento storico. Sorvolo sul tema della nuova biblioteca Bertoliana, non volendomi inserire in una questione che, date le inesatte premesse poste dall’opposizione e le criticità già chiaramente evidenziate dalla maggioranza, finirebbe per condannare anche queste poche righe a una discussione, almeno per ora, sterile. Chiudo questa parentesi con una lapidaria considerazione: mai un progetto di 28 milioni di euro potrà essere finanziato dalle casse comunali come una qualsiasi altra spesa ordinaria ponendo in difficoltà i vicentini del presente, che ora necessitano della basilare cura della nostra Città, e quelli del futuro, che crescerebbero con l’esoso peso di una spesa straordinaria.

Se sposto, quindi, lo sguardo verso una realtà che sia fattuale e non incanalata in una mera battaglia politica, come purtroppo è avvenuto nelle precedenti settimane sul tema della nuova biblioteca Bertoliana, tra i giorni ottobrini vedo splendere il 13, il 14 e il 15 quando una nuova realtà ha fatto capolino nella vita di Vicenza. L’Hangar Palooza, il festival dei festival, ha raccolto al Parco della Pace numerose esperienze della scena estiva vicentina abbracciando grandi nomi del presente, come Lumen Festival (a cui sono particolarmente legata, essendo ormai da anni tra i suoi volontari più affezionati), Jamrock, Weekender/From Disco To Disco e Ferrock, e i miti di un intramontabile passato con l’immortale Spiorock. Il bilancio positivo dell’Hangar Palooza esibisce 5 festival storici, 3 giorni di apertura, 42 ore e mezza di attività indefessa, 109 meravigliosi volontari e circa 15.000 persone che lo hanno riempito per ascoltare buona musica, per condividere il posto a tavola, ritagliandosi del tempo per stare assieme anche nelle fresche e uggiose serate autunnali.

Un altro spunto me lo fornisce la scenografia del festival: il Parco della Pace. Dopo anni dall’inizio dei lavori, finalmente quell’immensa area ha concesso una prima, sia pur piccola, parte di sé stesso alla popolazione vicentina e non solo, sottraendosi una volta per tutte a quelle critiche fini a sé stesse, che lo additavano solo come figlio dell’ideologia. L’Hangar Palooza ha, infatti, posto l’accento su una necessità che, a partire dallo scorso, tragico, 7 ottobre, è divenuta ancora più impellente e imprescindibile per la nostra comunità. L’Amministrazione, e più in particolare l’assessorato alle Politiche Giovanili, con questa meravigliosa iniziativa ha attivato il progetto di ritagliare uno spazio nella vita di Vicenza e di ogni suo abitante dedicato alla cultura e all’educazione alla pace così da costruire una consapevolezza del suo valore, oggi più che mai inderogabile.

Forse, proprio questo è stato il più grande lascito dell’ Hangar Palooza, ereditato a sua volta dalla pluridecennale esperienza dei cinque festival cittadini che lo hanno “generato”. Questa parentesi di festa dalle movenze tutte estive non solo ha donato ore di piacevole svago, calando la spensieratezza dell’estate in un ottobre funesto dal punto di vista geopolitico, ma anche e soprattutto in pochi giorni di festival ci ha fatto rivivere la meraviglia del semplice stare insieme, che poi alla fine, altro non è che la vera Pace.