Intesa approva l?offerta di Intrum sui crediti deteriorati al 28.7% e si rafforza anche nel business diretto degli NPL

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Il Cda di Intesa SanPaolo  (lo rifersisce Il Sole 24 Ore a firma Luca Davi e Varlo Festa) ha approvato l’offerta vincolante presentata da Intrum per una partnership strategica sui crediti deteriorati. … L’offerta riguarda due operazioni distinte. La prima è relativa all’acquisto della piattaforma di servicing di Intesa, di cui Intrum avrà il 51%, per 500 milioni di euro; la seconda riguarda invece 10,8 miliardi lordi di crediti in sofferenza, che saranno oggetto di cartolarizzazione e vengono valutati 3,1 miliardi di euro, ovvero il 28,7% del valore lordo, quota in linea con i dati iscritti a bilancio. 

Gli esperti sottolineano che questo livello di circa il 29%. è “molto piú elevato rispetto ai 13%” ottenuto da Unicredit nell’operazione Fino. Il tutto si traduce in una plusvalenza di circa 400 milioni di euro dopo le imposte nel conto economico consolidato di Intesa Sanpaolo.

La cartolarizzazione prevede questo schema.

La tranche Senior, corrispondente al 60% del prezzo del portafoglio, verrebbe finanziata da un pool di banche formato da Banca Imi, Mediobanca e Goldman Sachs in qualità di arranger e Credit Suisse, Hsbc e Imi nel ruolo di lender. Possibile che si cerchi di richiedere su questa tranche la garanzia statale Gacs._

Il restante 40% formato dalla tranche Junior e Mezzanine verrebbe sottoscritte per il 51% da un veicolo – partecipato da Intrum e da uno o più co-investitori, ma che agirebbe comunque come singolo investitore ai fini di governance – e per il restante 49% da Intesa Sanpaolo. Secondo alcune fonti, l’investore in questione, alleato con Intrum, è CarVal Investors, che fornirà il 20% delle risorse necessarie. Secondo fonti, Intrum pagherebbe 156 milioni a fine aprile, mentre il restante verrebbe versato entro novembre.

Tale schema, permetterà il pieno deconsolidamento delle sofferenze entro l’anno. Come detto, la cessione e cartolarizzazione del portafoglio di crediti in sofferenza sarà a un prezzo in «linea con il valore di carico già determinato per la parte di sofferenze del gruppo aventi caratteristiche di cedibilità, considerando lo scenario di vendita», come si legge in una nota.

L’altra gamba dell’operazione è costituita dalla nascita di quello che si prospetta come uno degli operatori di riferimento nel servicing di Npl del mercato italiano, con l’integrazione delle piattaforme italiane di Intesa Sanpaolo – la Capital Light Bank – e Intrum. Nel complesso, la piattaforma avrebbe in gestione circa 40 miliardi di euro in servicing (di cui 30 in arrivo da Intesa, compresi i 10,8 in via di cartolarizzazione, e i restanti 10 apportati da Intrum) con un contratto di durata decennale per il servicing di crediti in sofferenza di Intesa.

Fuori dal perimetro rimangono invece gli unlikely to pay di Intesa, il cui recupero e gestione rimangono interamente nel perimetro della banca. L’assetto societario prevede l’assegnazione del 51% della nuova piattaforma a Intrum e il 49% da Intesa Sanpaolo, con una governance che andrà di conseguenza. Presidente della nuova società dovrebbe essere Giovanni Gilli, attuale numero uno della Capital Light Bank, mentre la carica di a.d. andrà a Intrum.

La banca guidata da Carlo Messina, in questo modo, non uscirà dal settore, ma punterà a consolidare ulteriormente il mercato e a proporsi anzi come attore di riferimento per la gestione degli Npl italiani. Non è peraltro da escludere che in prospettiva la società di nuova costituzione possa poi essere valorizzata, magari con un approdo in Borsa.

Insomma, si vedrà. Certo è che nei prossimi mesi, se tutto filerà liscio a partire dall’ok all’offerta atteso oggi dal Consiglio di Intesa, si lavorerà alacremente per la messa a terra della struttura, che prevede la societarizzazione e il relativo scorporo e conferimento degli Npl. In caso di accordo verrebbero interessati circa 1.000 dipendenti, di cui 600 provenienti da Intesa, per i quali si aprirà un confronto con le organizzazioni sindacali affinché la partnership valorizzi ulteriormente le risorse umane coinvolte. Advisor dell’operazione sono stati Goldman Sachs, RccLex e Mediobanca, consulente per l’origination, la strutturazione e la negoziazione con Intesa Sanpaolo.