Nomine del consiglio regionale, dal Cda di Veneto sviluppo a quello del Comunale di Vicenza

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Il Consiglio della Regione Veneto ha effettuato oggi alcune nomine all’interno di enti e organismi. Luciano De Giorgio è stato nominato oggi componente del Consiglio di amministrazione della Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza. La nomina è avvenuta nel corso della seduta odierna del  e su indicazione del presidente dell’intergruppo Lega-LV Alberto Villanova.

Il parlamentino veneto ha inoltre proceduto alle nomine di Davide Marchi e Cristian Dal Pez quali componenti della Commissione provinciale per la determinazione delle indennità di espropriazione di Verona, in qualità – rispettivamente – di esperto in materia di agricoltura e foreste e di esperto in materia di urbanistica ed edilizia. Anche in questo l’indicazione è partita da Villanova.

Infine, il consiglio regionale ha provveduto alla nomina di Fabrizio Spagna ed Enrico Zin, indicati dal presidente Villanova, e di Cristiano Eberle, indicato dalla capogruppo del Partito Democratico Vanessa Camani, quali membri del Consiglio di amministrazione di Veneto Sviluppo Spa.

“Auguro buon lavoro a Enrico Zin, Cristiano Eberle e Fabrizio Spagna, componenti del consiglio di amministrazione della finanziaria regionale Veneto Sviluppo, nominati oggi dal Consiglio regionale. Un particolare ringraziamento e un augurio di buon lavoro in cda a Fabrizio Spagna, già presidente di Veneto Sviluppo prima della riorganizzazione, che ha traghettato l’ente fino a diventare holding regionale, al cento per cento pubblica. Una società che, insieme alle sue partecipate, rappresenta oggi uno strumento strategico per le politiche regionali rivolte alla crescita economica del territorio, all’avanguardia tra le finanziarie delle Regioni a livello nazionale”. 

Lo dichiara il Presidente della Regione Luca Zaia commentando la notizia della nomina da parte del Consiglio Regionale dei tre componenti del cda di Veneto Sviluppo.

Voci critiche dall’opposizione per il mancato rispetto della parità di genere nelle nomine del consiglio regionale in Veneto sviluppo.

La nomina del Consiglio d’amministrazione di questa importante società che è Veneto Sviluppo, partecipata al 100% dalla Regione, malgrado il nostro appello, non trova rispetto dei principi statutari e della legge sulla parità di genere – questa la presa di posizione della capogruppo del Pd Veneto, Vanessa Camani -. La maggioranza non ha voluto rivedere le proprie scelte, proponendo due candidature maschili, cosa di cui non spettava di certo all’opposizione farsi carico, visto che era uno solo il posto sul quale poteva esprimere un’indicazione. Dal punto di vista normativo ci troviamo dunque di fronte ad una nomina illegittima che rappresenta una pagina poco edificante per le forze politiche che guidano la Regione”.

“Tre professionisti di provata competenza – ha detto il portavoce dell’opposizione Arturo Lorenzoni -, ma tre uomini di una lista presentata nell’aprile del 2022. In base allo statuto vigente di Veneto Sviluppo, all’art. 20, punto 8, ultimo periodo, dovrebbe essere assicurata la rappresentanza di genere. Il Consiglio regionale, invece, ha nominato tre uomini. Io ho dei dubbi sulla legittimità di un tale Consiglio di Amministrazione. Facciamo grandi discorsi sulla parità di genere, ma quando è il momento non ne teniamo conto”.

“Non capisco da che pulpito i colleghi Camani e Lorenzoni ci diano lezioni per la nomina di un CdA di Veneto Sviluppo al maschile. Non mi sembra che loro, che si riempiono tanto la bocca con la parità di genere e quote rosa, abbiano proposto una donna. Invece di concentrarsi sui comunicati stampa, avrebbero potuto benissimo indicare una rappresentante femminile”. Alberto Villanova, presidente dell’Intergruppo Lega – Liga Veneta, replica così alle critiche dell’opposizione in merito alla nomina del CdA di Veneto Sviluppo.

“Per la nostra scelta, noi ci siamo basati sul merito – continua Villanova – e abbiamo indicato il dottor Spagna per un segnale di continuità. E invece di criticare i nomi proposti dai colleghi, auspichiamo che i componenti del Consiglio di Amministrazione siano portati da 3 a 5, proprio per aumentare la rappresentanza femminile. La consigliera Camani, a nome della minoranza, ha invece proposto comunque un uomo, nonostante avesse appena sentito che erano già stati fatti due nomi maschili, e nonostante nell’elenco ci fossero ben otto donne idonee. Piuttosto che mettersi in cattedra e abbandonarsi alle vuote parole, per la prossima volta consiglio ai colleghi di dimostrare con i fatti di voler tutelare le donne”.