Nuova vita ai lavatoi vicentini: ne sono rimasti 17 dei 60 originari. Collettivo artiste vicentine non vuole che vadano alla deriva

578
Lavatoi: a Vicenza un collettivo artistico
Lavatoio storico in Via Durando a San Bortolo. Uno dei lavatoi a Vicenza che il collettivo artistico "Deriva" vuole reinventare

I lavatoi hanno costituito, per molti anni, oltre che una necessità, un punto d’incontro e ora, a Vicenza, grazie al lavoro di un collettivo di artiste, da luoghi dell’abbandono possono trasformarsi in un’occasione per dar sfogo alla propria arte e creatività.

La storia dei lavatoi

I 17 lavatoi di Vicenza si trovano in gran parte nel quartiere di San Bortolo che in passato ne avrebbe ospitati quasi 60, poi via via smantellati a mano a mano che cadevano in disuso. Il primo lavatoio sarebbe stato messo in opera ancora nel 1911 proprio in concomitanza con l’ampliamento della città oltre le mura. La spinta alla costruzione di lavatoi fu il risultato dell’arrivo di tante persone dalle campagne, in cerca di un lavoro, che necessitavano di un servizio di pulizia e igiene. Questa “storia dei lavatoi” è stata scoperta e studiata da Marianna Anoardi, artista vicentina, che per documentarsi non si è solo recata in Comune ma ha anche ascoltato le storie dei cittadini.

Luoghi di abbandono

Da luoghi di incontro e scambi che venivano vissuti quotidianamente dalla cittadinanza, i lavatoi sono divenuti negli anni luoghi di passaggio, ricoperti di edera che dona un che di trasandato al loro stile urbano-industriale. Insomma ci siamo dimenticati dei lavatoi e insieme della loro (ma anche nostra) storia.

Nuova vita

Venerdì 8 marzo un collettivo di artiste, di cui fa parte anche Marianna Anoardi, ha comunicato l’avvio di una nuova iniziativa per riportare in vita i lavatoi della nostra città con l’aiuto di tutti quelli che si sentiranno coinvolti nella riqualificazione di questi “simboli del passato”. Chiunque infatti può aderire al contest che è stato aperto per presentare proposte di riconversione dei lavatoi storici. Per farlo basta contattare il collettivo, che pubblica le proposte sul sito, mentre all’inizio sono state anche imbucate alcune lettere in una  cassetta posizionata in prossimità delle strutture.

Le proposte dei vicentini

Alcuni cittadini hanno già suggerito di ripristinarli come lavandai o di renderli fontanelle per gli assetati, mentre altri si sono rivelati più creativi. Ecco quindi che le strutture dei lavatoi vengono immaginate come voliere, anguriare, piccoli orti o fioriere ma anche librerie urbane, serre verticali, piccoli spazi espositivi temporanei.

Alla fine ciò che conta sarebbe strappare all’oblio queste parti di città per renderle occasioni di partecipazione attiva nella vita di Vicenza. Questo è lo stesso scopo che sta alla base di un collettivo di artiste vicentine che si ispira alla teoria della “Deriva”. Questa pratica nasce negli anni ’70 e si basa sull’esplorazione di pezzi di città, in questo caso dei lavatoi, attraverso un percorso casuale con il fine di perdersi in essa. Solo così è possibile conoscere, o ri-conoscere, palazzi, vie, monumenti, strutture sparse nella quotidianità che viviamo tutti i giorni.

Forse è proprio vero che, a volte, è necessario perdersi per ritrovarsi.