Risvolti tragicomici nell’attività di Polizia a Vicenza: un anziano fa di tutto per farsi rubare catena d’oro e botte da orbi tra peruviani con donna che denuncia patrigno

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Ne ha di cose da raccontare quasi ogni giorno il dirigente della Squadra Volanti Cristiano Fiorin a noi cronisti che sulla base di appunti semplici da prendere vista la chiarezza, anche giuridica, delle sue informazioni (c’è un codice legale, il suo, da rispettare e un altro codice, deontologico, quello dei giornalisti molto attento anche ai termini con cui si qualificano soggetti protagonisti di fatti delittuosi ma comunque sempre persone) proviamo a raccontare alcuni episodi di cronaca nera.

C’è chi, magari, sente più giusto calcarci la mano per la congenita curiosità dei lettori verso il male, altri, come il sessantasettenne neofita di questa cronaca, che attento ai clic ma non pressato dalle copie da vendere, cerca di leggere la società dietro e intorno ai fatti da 113.

Il tunisino senza documenti

E allora per prima cosa stamattina ci viene raccontato del tunisino che, ieri, 16 ottobre, in un controllo autonomo viene trovato mentre si aggira in via Sauro senza documenti che ne attestino il regolare ingresso in Italia. Lo “straniero”, lui si dichiara del 1990, viene, quindi, foto segnalato e, prelevate le impronte digitali, viene denunciato, in base all’art. 10 bis del testo unico per gli stranieri con l’obbligo di presentarsi entro sette giorni presso l’ufficio immigrazione (lo farà mai?) per produrre la documentazione che ne attesti l’identità e le motivazione della sua assenza al momento della prima identificazione salvo incorrere nel reato di cui all’art. 650 del codice penale.

Una norma cosiddetta “in bianco”, ci spiega il dr. Fiorin, cioè senza una sanzione codificata, che starà al giudice fissare quando il giovane verrà di nuovo bloccato in qualche parte del nostro paese, cosa non improbabile vista la foto segnalazione ma indicativa dei problemi della gestione di questi casi.

Ma, se questa è routine, oggi il nostro referente in questura ci ha riferito di due casi che hanno del tragicomico.

Dubai gabba Vicenza 

Il primo, avvenuto ieri nella zona di S. Croce in Bigolina in via Pantelleria, dove un anziano del 39, mentre rientra a casa a piedi verso le 14.20, viene avvicinato da un’auto, il cui guidatore (con lui c’erano tre donne) gli chiede indicazioni per trovare un negozio in cui acquistare, lui che si presentava come proveniente da Dubai, preziosi in oro. Il signore, gentilissimo, apre la mappa che aveva con sé e mostrava al suo interlocutore… dell’emirato  come arrivare al centro commerciale delle Piramidi addirittura chinandosi all’interno dell’auto verso di lui per meglio indicargli la strada. A quel punto fuoriesce dal suo collo una catenina d’oro con crocefisso suscitando l’ammirazione del guidatore, che chiede di vederla aiutando anche il vicentino, su sua richiesta visto che non riusciva ad aprirla, a sfilarsela dal collo. La catenina, quindi, passa rapidamente di mano tra i quattro occupanti dell’auto che, poi, facendo i complimenti all’anziano per la bellezza della catenina, gliela restituiscono non senza averla, cortesemente?, messa in una bustina con un laccio in similpelle. Il tempo per i saluti, l’auto parte, il signore del 39 apre al bustina dove trova… bigiotteria, va alle Piramidi sperando di trovare l’uomo e le tre donne. Dopo di che chiama in soccorso alle 15 gli agenti che, constatato il raggiro messo in atto da “ladro con pelle di colore olivastro“, come lo descriverà il derubato, non possono che chiedersi se è stato un furto con destrezza o una maldestro eccesso di gentilezza quello che su Vicenza fa prevalere Dubai, o chissà quale paese magari più vicino a noi…

Perù, il regolamento di conti d’amore

Una peruviana, la facciamo breve questa, regolarmente residente a Vicenza come tutti gli altri protagonisti della vicenda (non se ne conosce, però, uno come vedremo) denuncia l’11 ottobre questo fattaccio.

Lei, del 1982, e il marito, un connazionale del 1981, decidono di separarsi da giugno 2018 visto che la donna ha un altro “innamorato”, ma l’11 ottobre il tuttora marito bussa alle 23 all’abitazione della moglie in viale dal Verme e la trova a cena con un peruviano trentacinquenne. Pur non essendo a detta della donna il suo nuovo amore, si scatena la rabbia del consorte “uscente”, che prima inveisce contro di lui e poi colpisce il commensale stendendolo al tappeto con un pugno, prima di chiamare al telefono il patrigno della donna che arriva sul posto in  5 minuti. Mentre tutti penseremmo che avrebbe in qualche modo difeso o aiutato la congiunta, il patrigno, anche lui del Perù, inveisce subito contro di lei, la spinge in camera da letto, la prende al collo e la schiaffeggia prima di tornare dove l’ospite era stato messo ko per picchiarlo ulteriormente e colpirlo e ferirlo alla testa con un vaso di fiori. A quel punto è il marito deluso, ma forse ora preoccupato, a chiamare il 113 che interviene insieme ad un’ambulanza che trasporta il malcapitato soccombente al S. Bortolo.

Ignota la prognosi del trentacinquenne sfortunato, di cui non si sa se abbia intenzione di sporgere denuncia, ma la donna la presenta allegando un certificato medico in cui, per la guarigione dalle lesioni subite, le sono riconosciuti 10 giorni che non rendono possibili atti di ufficio ma solo quelli che deciderà il giudice di pace in base a quanto lamentato la peruviana…