Il via libera al Tap di M5S potrebbe “fermare” progetto Tav Tac, Ciro Asproso si confronta con VicenzaPiù: non mi fido dei 5S ma…

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Caro direttore, francamente, per mille e più ragioni, non nutro alcuna fiducia in questo Governo. Ma come leggo nel suo articolo (“Proteste contro M5S per approvazione Tap, ora rischia linea Tav-Tac “dentro” Vicenza: un’occasione per rivisitare il progetto per il bene di tutti“, ndr), è possibile che al cedimento sul TAP possa seguire un irrigidimento sulla TAV/TAC (anche se la Lega non può mollare gli Industriali su questa partita che riguarda essenzialmente il Nord), tuttavia mi attengo a quanto dichiarato: “valutare l’opportunità di utilizzare tecnologie che permettano la circolazione di tutte le tipologie di treni” … «far sì che i due nuovi binari dell’alta velocità, quelli costruiti accanto alla linea storica, non vengano utilizzati esclusivamente dai treni veloci, ma anche dai regionali».

 


Se così fosse non potrei che confermare tutto il mio più sentito apprezzamento. Questa è una tesi che vado sostenendo da tempo (lo dissi anche a Variati, ahimè inascoltato): 
la cosiddetta banalizzazione delle linee è tecnicamente realizzabile e consentirebbe di far viaggiare sia le Frecce, sia i Regionali indifferentemente su tutti i binari, realizzando quella sorta di “metropolitana di superficie” di cui il Veneto ha un grandissimo bisogno e che i pendolari (e i Verdi) chiedono da anni. FS si è sempre opposta, ma ripeto, solo per motivi gestionali non certo per ragioni tecniche.

Dove sono previsti dei raddoppi di linea si proceda con una rivisitazione degli stessi prevedendo anziché un raddoppio integrale, dei raddoppi selettivi

Anche questa richiesta mi vede completamente d’accordo: dal bivio Bacchiglione a Lerino la posa di quattro binari pone una serie di problemi strutturali (abbattimenti, espropri, ecc.) che andrebbe rivista in maniera “selettiva”, valutando ad esempio la possibilità di utilizzare tre binari anziché quattro. La qual cosa sarebbe semplificata proprio dalla “banalizzazione” di cui dicevo poc’anzi.

Tuttavia, non credo che per “selettivo” s’intenda rimettere in discussione tutto il progetto, riportando la TAV/TAC fuori dalla città e mantenendo un collegamento dedicato con la Stazione.
Si tratta di un’ipotesi che ritengo superata (anche se in politica: mai dire mai) e che, peraltro, non mi ha mai convinto per almeno due ragioni:

– l’impatto sul territorio agricolo e sul paesaggio sarebbe comunque molto rilevante e difficile da accettare.

– per funzionare dal punto di vista commerciale i treni veloci devono arrivare direttamente in città, l’idea stessa di “cambio”, oltre che scomoda è contraria al concetto di funzionalità. 
Io almeno la penso così.

Comprendo benissimo, però, il suo ragionamento: un treno che da Torino a Venezia ferma in tutti i capoluoghi di provincia che attraversa non è un treno ad alta velocità.
Ma faccio notare che l’Alta Velocità, con i treni che viaggiano a 300 km orari, con materiale rotabile dedicato e conseguenti raggi di curvatura, non esiste più (se non nel nome) da almeno 10 anni. In Italia l’unica tratta che può dirsi “veloce” è la Bologna – Roma, tutto il resto è paragonabile ai vecchi Intercity, anzi negli anni ’70 il Pendolino – all’epoca il treno più veloce e all’avanguardia a livello europeo – raggiungeva i 270 km orari.
Le Frecce hanno “bisogno” di entrare nelle principali città del Nord-Est proprio per essere competitive dal punto di vista commerciale rispetto all’aereo che con i low cost è spesso più economico. Oltre a questo, l’ipotesi di by-passare Vicenza fu accantonata anche per le molte problematiche di impatto sul territorio.

Ciro Asproso, Consigliere comunale di Coalizione Civica per Vicenza