Indennizzo per vittime banche? Per Di Maio, Salvini e Conte il Myanmar ha contato di più dei risparmiatori

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Associazioni e comitati risparmiatori in piazza a Roma
Associazioni e comitati risparmiatori in piazza a Roma

Oggi chi crede ancora alle favole aspettava il famoso nuovo decreto legge per rendesse reale ed effettivo il Fondo Indennizzo Risparmiatori scritto che peggio non si poteva nella legge 145/2018 dopo aver affossato la 205/2017 con promesse elettorali mirabolanti (“daremo tutto a tutte le vittime delle banche!“).

Lo aveva promesso Giuseppe Conte per il 9 aprile per poi spostarne la data giorno dopo giorno per l’ostruzionismo di due sole associazioni, che si auto dichiarano come le più rappresentative beffando anche certa stampa attenta, per fare scena, solo ai più rumorosi: poco più di 3.000 associati su oltre 300.000 danneggiati.

I risparmiatori meno abbindolabili, la maggioranza, purtroppo, silenziosa (quella che si fida di Miatello, Bettiol, Puschiasis, Bertorelli, Zaggia, Mazzoni, Cavallari, Conte (Franco non Giuseppe) e, ci perdonino i non citati, di avvocati come Calvetti, che da solo doppia a dir poco le due associazioni per numero di, veri, rappresentati) sanno bene da che parte stanno e perché oltre che per chi gli ispiratori di Di Maio e Salvini

Eppure, infine, ma senza… fine, Conte lo aveva assicurato quel maledetto provvedimento per oggi 23 aprile nell’ambito del decreto crescita dopo che gli spergiuri di Vicenza, i suoi vice Di Maio e Salvini, dicevano di averlo pronto in tasca già il 9 febbraio, dove glielo avevano infilato, sotto forma di decreto attuativo, non attuabile, della 145 Arman e Ugone con la benedizione di don Torta.

Ma oggi, il Consiglio dei Ministri neanche prevedeva la discussione del decreto crescita se non nelle “varie ed eventuali” per nascondere le mille beghe interne tra le pieghe dei sette punti ufficialmente fissati tra cui spiccava la “Ratifica ed esecuzione dell’Accordo sulla cooperazione culturale, scientifica e tecnologica tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica dell’Unione del Myanmar, fatto a Naypyitaw il 6 aprile 2016“.

E allora tra un Di Maio che addirittura inizialmente lo diserta con i suoi ministri più importanti andando a far bella mostra di sé a Di Martedì e un Salvini che si prende la scena col no al Salva Roma usato come randello per difendere l’indagato sottosegretario leghista Siri, beh le vittime delle banche possono pure andare a letto sperando che magari stanotte scappi fuori un qualche de…cretino (con magari con qualche marginale paletto per gli indennizzi automatici alzato per far contenti i “contestatori” che potranno urlare “abbiamo vinto!”) o, alla peggio, aspettando una nuova data.

Per quando, cari fan di Arman e Ugone e povero fantoccio premier?

Ma subito, per carità, domani di certo, pare, probabilmente, forse, ma anche no o forse sì, sempre che la fretta, tra una stoccata a Siri e una a Raggi, non faccia fare altri errori dopo quelli della fu 145.

Tanto domani è un altro giorno, si vedrà… che i risparmiatori rimarranno pecore a belare senza mai provare a diventare almeno capre pronte a incornare chi a loro ha anteposto le beghe o addirittura il Myanmar del 2016 e che, poi, andrà, invece, pressato perché le norme attuative di un qualunque provvedimento non rinviino tutto alle calende greche.