Processo Pfas, Miteni sapeva che stava inquinando la falda

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processo Pfas
Aula dell'udienza preliminare

Processo Pfas, Miteni sapeva che stava inquinando la falda tanto che chiese alla Copernico di approfondire.

Questo sarebbe emerso nell’udienza odierna del procedimento in corso presso la Corte d’Assise del tribunale di Vicenza secondo gli avvocati Marco Tonellotto, Angelo Merlin e Vittore d’Acquarone, difensori delle parti civili Acque del Chiampo, Viacqua, Acquevenete e Acque Veronesi costituite nel Processo Pfas.

“A intervenire oggi in Aula dinanzi alla Corte d’Assise del Tribunale di Vicenza – spiegano – i consulenti di Copernico Srl, società friulana attiva in campo ambientale, che nel 2012 fu ingaggiata dai vertici di Miteni per eseguire dei rilevamenti sulla presenza delle note sostanze alchiliche perfluorurate e polifluorurate nelle acque sottostanti lo stabilimento e sulla conformazione idrogeologica della falda acquifera presa in esame.

Un fatto fra gli altri è apparso particolarmente degno di nota nel confronto odierno: in base alle interlocuzioni interne tra Copernico e Miteni, quest’ultima era ben consapevole del problema Pfas, tanto da raccomandare alla prima lo studio e l’approfondimento delle sostanze alchiliche nella falda.

I consulenti – proseguono il resoconto i legali – incalzati dalle domande del pubblico ministero e nostre hanno confermato che già dal 2008, sulla base dei dati analizzati dal 2013 al 2018, arco temporale in cui Copernico ha fornito consulenza a Miteni, anche rispetto ai rilevamenti effettuati in precedenza da altre società, era possibile l’individuazione dei Pfas nella falda e quindi considerare il relativo impatto sull’ambiente e la salute delle persone.

Fatto di cui i consulenti di Copernico, studiando inoltre la funzionalità dei pozzi di emungimento delle acque sottostanti lo stabilimento produttivo, avevano puntualmente informato i vertici dell’industria attraverso le relazioni oggi agli atti e nella disponibilità degli inquirenti”.

Nel processo Pfas – lo ricordiamo – gli imputati sono 15 manager di Miteni, Icig e Mitsubishi Corporation, accusati a vario titolo di avvelenamento delle acque, disastro ambientale innominato, gestione di rifiuti non autorizzata, inquinamento ambientale e reati fallimentari.

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