La fase 2 del gioco non esiste: le slot machine sono “luoghi di assembramento”

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Slot machine, luoghi di assembramento?
Slot machine, luoghi di assembramento?

Una slot machine, o qualsiasi altro apparecchio di intrattenimento, non è una macchina. Ma è un universo che dietro di sé nasconde un altro mondo: quello composto da centinaia di migliaia di lavoratori che oggi, dopo la pandemia, vivono di incertezze e preoccupazioni. La situazione attuale è grave.

Negli anni la storia italiana degli apparecchi da intrattenimento ha ricevuto un’ampia trattazione, di volta in volta aggiornata. C’è chi ha tentato di illustrarne l’uso, chi invece ha impostato un discorso meramente psicologico parlando di isolamento, alienazione, straniamento. Per questa ragione sono stati adibiti locali appositi per questi dispositivi, con tutti i parametri del caso, al fine di bloccarne l’utilizzo prolungato. Il Covid-19 ha fatto il resto, demonizzando anche i “monitor”. Quegli strumenti, autentici mezzi di supporto ai servizi di gioco, sono diventati focolai di assembramento. Come chiarito dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, “sono però degli schermi utilizzati per la visualizzazione dell’estrazione di lotto e scommesse, anche simulate”. Il numero uno dell’Agenzia, Minemma, per scongiurare ogni rischio, ha sospeso a suo tempo la raccolta delle scommesse anche tramite le slot machine.

Infine, dallo scorso 29 aprile, dopo aver perseguito per anni la linea della distinzione tra intrattenimento ed azzardo è stato chiarito che tutti i dispositivi sono slot machine. Nemmeno più alienanti, ma slot machine come possibili zone di focolai e di assembramenti.

Come chiarisce poi un decreto direttoriale esponenti delle Istituzioni garantiscono che degli autentici avventori si sono intrattenuti dopo la propria giocata. I giocatori, prima del Coronavirus, erano anime solitarie. Dopo, sono diventati socializzatori seriali riuniti attorno ad un monitor. Intanto slot e giochi continuano a tenere le saracinesche più che basse. E guardano a bar, cinema, palestre, teatri e musei, oggi tutti aperti. Per questi casi il riferimento è il documento di orientamento dell’UE: ci si muove per monitoraggio e progressivo ripristino di servizi sospesi. Per il gioco si aspetta, nonostante la filiera sia già più che pronta per garantite tutte le norme di sicurezza del caso.

La politica continua a fare i suoi discorsi dagli scranni più alti, ma non offre motivazioni oggettive ed anzi rilancia con perentorietà, mettendo il gioco al di fuori della realtà. Però per tutto il resto non c’è problema. E nemmeno per altri, potenziali assembramenti.